Diario di viaggio in Danimarca: dalla Selandia allo Jutland

Fioranna è una grande viaggiatrice. Appassionata di cammini zaino in spalla e di viaggi in solitaria. Questa estate così strana si è dedicata ad una meta bellissima: la Danimarca. Io l’ho conosciuta proprio grazie al gruppo facebook “Danimarca nel cuore“.
Ci racconta le sue sensazioni, legate alla presenza del Coronavirus e agli splendidi luoghi visitati, regalandoci anche foto e qualche consiglio utile. Ecco il suo diario di viaggio in Danimarca.

Diario di viaggio in Danimarca

Copenaghen e la Selandia

Approfitto del viaggio di ritorno in treno dal Louisiana Museum per scrivere qualcosa sui posti visitati in questi giorni. Quello che più mi ha colpito di questo museo, forse più delle collezioni, è stata la passeggiata nel parco alla scoperta di notevoli sculture, quelle di Calder e Arp in primis, che si compenetrano nella natura e poi la sua architettura resa singolare oltre che dalla vecchia villa, anche da corridoi e vetrate che danno sul verde e sul mare.

In Italia amici e conoscenti pensano che non era il caso di andare in vacanza fuori Italia, ma io non mi pento affatto della meta scelta e poi ho sempre fatto ciò che normalmente non viene fatto dalla maggioranza delle persone e mi sono sempre trovata bene. Lo dimostrano le mie scelte sull’alimentazione e stile di vita, sui cammini a piedi e trekking di più giorni con zaino in spalla fatti da quando avevo 18 anni e poi viaggiare da sola ( non questa volta, però).

Copenaghen e la Selandia sono piene di parchi , boschi, paesi, con clima piacevolissimo, e i pochi turisti rendono le mete più famose ancora più piacevoli da visitare.

Copenaghen 

Il primo giorno di arrivo a Copenaghen, di domenica, ero rimasta sorpresa dalla folla di bagnanti sulla sponda del canale del porto e sui canali circostanti, come le nostre spiagge libere (almeno come erano in Toscana quando sono partita) senza alcuna misura di distanziamento per il Coronavirus , ma l’impressione che avevo avuto era fallace, perché poi durante la settimana la città è risultata molto tranquilla, rari turisti e solo danesi che si spostano soprattutto nelle ore di punta per lavoro o scuola.

Nella città, ci sono cartelli che indicano di entrare uno alla volta nei negozi e cartelli sparsi dappertutto che invitano al distanziamento; le mascherine sono vivamente consigliate sui mezzi pubblici nelle ore di punta, ma dal 22 agosto diventeranno obbligatorie sempre sui mezzi pubblici.

All’aperto, giustamente, non la indossa quasi nessuno e anche nei luoghi chiusi non viene molto indossata dove è possibile mantenere il distanziamento.

Castelli reali all’interno della città, parchi e verde curatissimi, mezzi di trasporto molto efficienti con un’app da scaricare (Rejsenplanen) che facilita gli spostamenti con tante utili funzioni, tra cui gli spostamenti in tempo reale di tutti i mezzi pubblici, le piste ciclabili con tanti ciclisti ordinati: questa è la città che fino ad ora ho apprezzato. Io ho fatto la city pass card che è un abbonamento ad ore per tutti i mezzi pubblici ed esiste small e large secondo le zone in cui uno vuole andare.

Per una visita panoramica dall’acqua consiglio il bus boat giallo che attraversa tutto il porto e fa parte dei mezzi pubblici. Esiste anche la Copenaghen Card che comprende anche l’entrata a tante attrazioni oltre alla libera circolazione sui mezzi pubblici (ma per i posti più lontani sono compresi solo quelli più famosi), ma dipende dai vostri interessi, perché è cara.

In generale il costo della vita, come in tutti i paesi nordici, è più caro dell’Italia (un caffè sui 5 euro) e per un piatto al tavolino siamo sui 100 -130 corone danesi (15-16 euro) oppure per tre smorrebrød (fetta di pane di segale imburrato e farcito con pesce, carne, uova, verdure, ecc, siamo sui 95 DKK o 13 euro). Correggetemi se sbaglio!

Io ho alloggiato con Airbnb in un appartamento ristrutturato di recente a Sydvan, ad un prezzo molto buono per Copenaghen ( € 78 a notte). È al quarto piano senza ascensore e con un bagno piccolo, ma sono gli unici inconvenienti, per il resto è molto bello e ben attrezzato.

La Selandia: Helsingor, Gilleleje, Dragor e Roskilde

Dopo avere visitato il centro, devo dire che mi piace molto andare fuori Copenaghen: oltre al Louisiana, sono stata a Helsingor (conosciuta come Elsinore) con il castello di Kronborg, dove Shakespeare ambientò Amleto, e dopo un bagno vivificante , ma non così vivificante come avrei voluto, (l’acqua non era affatto fredda come pensavo) nello Stretto di Øresund in una baia vicino al famoso Castello , ho visitato la punta estrema della regione dello Seiland, Gilleleje, per un omaggio a Soren Kierkegaard che qui ha passato qualche estate e dove è veramente molto bello il sentiero a lui dedicato sulla scogliera e contornato da siepi di rosa canina , sentiero che domina e da cui si ammira la costa svedese sull’altro lato dello stretto di Øresund.

Altro paesino di pescatori, questa volta a a sud di Copenaghen , è Dragor, con le sue casette gialle e i tetti di paglia ; dall’autobus e dal paese si può vedere il famoso ponte che collega Copenaghen a Malmö in Svezia.

Poi è la stata la volta della visita a Roskilde , antica cittadina sui bordi di un fiordo con la sua maestosa e antica cattedrale gotica dove sono sepolti tutti i re danesi dal 986 e attraverso di essi si può conoscere qualcosa della storia della Danimarca. Se andate di mercoledì o sabato vi trovate anche il mercato dei contadini con i prodotti locali! Io ho fatto la scorta di frutti di bosco.

Riflessioni sulla morte, da Copenaghen allo Jutland

Vorrei parlare di due luoghi che ho visitato negli ultimi giorni: uno ancora a Copenaghen, il giorno prima di lasciarla, e l’altro nello Jutland ieri mattina . Sono accomunati da un unico tema: la morte.

A Copenaghen ho scoperto un cimitero monumentale molto singolare che si trova nel quartiere multietnico e alla moda di Norrebrød, Assistens Kirkegård, un luogo che si snoda attraverso viali e vialetti dove sono sepolti alcuni danesi illustri insieme a tanti altri, tra cui il fisico Niels Bohr, il filosofo Soren Kierkegaard, lo scrittore Hans Christian Andersen, il tenore Lauritz Melchior.

Il cimitero è sostanzialmente un parco dove le persone si ritrovano, parlano, passeggiano , leggono un libro o fanno jogging tra le tombe in un’atmosfera di grande pace esteriore che crea nei visitatori una quiete intima. La morte non appare qui come qualcosa di terrorizzante, ma è il momento in cui si raggiunge una pace mai avuta.

Tutta un’altra concezione della morte richiama invece il secondo luogo di cui voglio parlarvi, una morte violenta, innaturale e che incute terrore, quella provocata dalla guerra, in questo caso la seconda guerra mondiale. Ho visto dal vivo una serie di bunker tedeschi- Bangsbo Fort – Bunker Museum– dispersi su una collina danese che domina il mare con ancora l’artiglieria, tutto ben conservato, e devo dire che sono rimasta molto impressionata (si possono visitare quasi tutti i bunker senza alcun biglietto con mappa fornita gratis).

Il posto, a parte il lugubre richiamo alla guerra , è molto panoramico, in quanto domina il porto di Frederikshavn, l’isola di di Læsø e la costa della Svezia. Ma la luce abbagliante e l’azzurro del mare che in quel momento dominava queste colline non riusciva a scacciare l’oppressione che proveniva da quei ricordi.

In mezzo alla natura della Danimarca

Gli giorni in Danimarca sono passati in mezzo alla natura, a parte la visita alla cittadina quasi deserta di Aalborg e al Museo dei pittori di Skagen nella deliziosa cittadina da cui il gruppo da loro formato ha preso il nome.

Aalborg

Aalborg è adagiata sul fiordo con i suoi edifici moderni , icona della Danimarca : Utzon Centre ( Utzon è lo stesso che ha progettato il Teatro dell’opera di Sidney) , Musikkens Hus ( la casa della Musica), entrambi posti sul lungomare, e l’edificio del Museo d’Arte Moderna, il Kunsten, progettato dal finlandese Alvar Aalto che è di per sé un’opera d’arte.

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Skagen

La visita al Museo dei pittori di Skagen ha rappresentato una scoperta.

Per chi non li avesse mai sentiti nominare, come neppure io, faccio il nome di Anna Ancher per cui ho provato un’intensa ammirazione; della sua arte c’è ora una retrospettiva; si tratta di una pittura che, pur ricordando i macchiaioli, possiede delle sfumature inquietanti e nebbiose che fanno pensare alla desolazione dei paesaggi nordici.

E poi mi ha colpito P.S.Kroyer per la sua idea della femminilità come qualcosa di lontano e sfuggente con le sue donne vestite di bianco che passeggiano sul mare.

La natura danese

La natura danese, dicevo, si è imposta con prepotenza in questi giorni. Sono passata dall’aver visto da vicino le foche in libertà (per la prima volta) nel punto in cui si incontrano il Mar Baltico con il Mar del Nord a Greenen con le onde dei due mari che s’infrangono l’una contro l’altra, alle dune alte, anzi altissime, alle spiagge spazzate dal vento della costa occidentale punteggiate dai fari, ai fiordi che formano laghi e laghetti d’acqua salata.

Meravigliosa la strada 181 che costeggia le dune; per vedere il mare occorre immettersi in una delle tante strade sterrate che si insinuano tra le dune e poi raggiungere a piedi i varchi che conducono all’acqua.

Infine le isole di Madø e Rømo che insieme a Fanø fanno parte del National Park Vadehavet. Abbiamo preso il trattore per attraversare la striscia di terra che, durante la bassa marea, collega Madø con la terraferma. È stata un’esperienza entusiasmante arrivare in questo modo alla piccola isola. Il luogo è punteggiato da casette, scarse quanto graziose, nelle cui vicinanze si muovono tranquille le pecore. Il mare che inizia con un terreno paludoso , offre però, orizzonti sconfinati.

Diario di viaggio in danimarca

Ancora ispirate alla natura sono le imponenti statue che dominano il lungomare di Esbjerg, “L’uomo incontra il mare” ( Mennesket ved Havet). Sono quattro uomini giganteschi ( alte 9 metri) rappresentate in posizione seduta con lo sguardo rivolto al mare .Da quello che ho letto simboleggiano l’uomo puro, incontaminato, prima che si alzi e agisca e “sporchi” la natura; questa scultura ha l’atmosfera di un tempio.

Ultimo particolare carino notato un po’ dappertutto: chi mette in vendita qualcosa non è lì presente, ma spesso nei piccoli posti, entri, osservi, e se vuoi comprare qualcosa, lo prendi e metti i soldi in una cassettina; questo mi è successo in un piccolo negozio di souvenir e un piccolo negozio di oggetti usati. Inoltre spesso ai lati delle strade e vicino alle case in mezzo alla campagna o vicino ai paesi si vedono piccoli ripari dove le persone possono comprare miele, verdure, patate, ecc e mettere i soldi corrispondenti in una cassettina . Da questo si deduce l’onestà che qui regna dovunque. Del resto in tutti questi giorni non ho mai visto un rappresentante delle forze dell’ordine.

 

Testo e foto di Fioranna Salvadori

 

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