Il Museo della Liberazione di Roma è allestito nei locali di via Tasso 145-155, dove era situato, durante l’occupazione nazifascista tra il 1943 e il 1944, il quartier generale della Polizia di sicurezza tedesca. In queste stanze molti Martiri della Resistenza sono stati imprigionati, interrogati, torturati, e, in alcuni casi, condannati a morte, per essere poi fucilati a Forte Bravetta o alle Fosse Ardeatine.
Subito dopo la Liberazione il palazzo è stato occupato da sfollati. Poi all’inizio degli anni ‘50 la proprietaria ha donato quattro appartamenti allo Stato con la clausola che fossero utilizzati per la creazione del Museo, nato nel 1955. Raccoglie documenti, biografie dei protagonisti, ritagli di giornali, volantini ed altro materiale: tutto questo permette davvero di calarsi nel clima di quegli anni di dittatura e resistenza.
Il Museo conserva anche quello che è il reperto più toccante: le celle di detenzione lasciate così com’erano quando i tedeschi sono fuggiti. Entrare in queste stanze piccolissime e leggere i messaggi scalfiti nelle pareti dai detenuti è un’esperienza davvero intensa, difficile da riportare.
Ci sono stato più volte, ci tornerò ancora, perché la ritengo un’esperienza educativa, insieme con la visita alle Fosse Ardeatine, ma devo dire con altrettanta onestà che è doloroso vedere lo stato di scarsa cura in cui versa un luogo secondo me fondamentale della memoria collettiva del nostro Paese e della nostra storia recente. Voglio però chiarire questa affermazione: il museo è assolutamente fruibile e raccoglie materiale di grande valore storico e di grande interesse. Però i suoi locali danno l’impressione di non essere ristrutturati da lungo tempo, e anche l’impostazione del museo è sostanzialmente la stessa da un bel po’: ho avuto modo, come dicevo, di visitarlo diverse volte negli ultimi 10 anni, ed ho notato appunto questo.
Capita spesso nei viaggi all’estero di visitare, quasi come vere e proprie mete “turistiche”, musei che parlano di resistenza, rivolte, rivoluzioni, come per esempio il Museo dell’Insurrezione a Varsavia, che è stato per me un’esperienza intensa oltre che un’occasione di approfondimento. Proprio in questo museo ho focalizzato la differenza, perché i locali lì sono molto curati, moderni, aggiornati anche dal punto di vista tecnologico; l’esposizione, pur parlando di fatti drammatici, è a suo modo “accattivante”, ed infatti il museo è… frequentatissimo. In Italia purtroppo non c’è la stessa attenzione per i siti che tengono viva la memoria collettiva di eventi fondamentali nella storia del Paese, forse neanche da parte del pubblico, dal momento che nel Museo della Liberazione (gratuito) ho trovato sempre pochissimi visitatori. Tutto questo potrebbe essere emblematico di un’ambiguità più profonda della nostra cultura, ma è un discorso che lasciamo a persone più competenti.
Museo della Liberazione: informazioni utili
http://www.museoliberazione.it/it/
Via Tasso, 145, 00185 Roma RM
06 700 3866
Aperto da martedì a domenica: 9.30 – 12.30; martedì giovedì venerdì: 15.30 – 19.30
Peccato ci siano pochi visitatori ma Roma ha così tanti musei famosi che penso i turisti preferiscano prima vedere quelli che espongono opere d’arte meravigliose. Questo forse è più per i visitatori italiani che vogliano ricordare una triste pagina della nostra storia.
Sicuramente i turisti hanno l’imbarazzo della scelta tra musei, opere e resti archeologici di valore universale, mentre questo museo dovrebbe essere più una tappa di grande interesse ed un baluardo della memoria storica degli Italiani, anche se non mancano esempi all’estero di musei di successo di matrice storica. Io lo consiglio prima di tutto a chi a Roma ci vive.
Questo museo è veramente interessante ed istruttivo!
Deve essere stata un’esperienza intensa..anche io penso sia un peccato che ci siano pochi visitatori, forse servirebbero più articoli come questo per farlo conoscere alla gente. Io per esempio non avevo idea della sua esistenza; ho visitato Roma solo due volte e per poco tempo, quindi ho visto giusto i “must see” ,ma spero di tornare e avere tempo per viverla un po’ di più e scoprire anche questi lati un po’ più nascosti!
Sì, è un’esperienza emotivamente intensa, oltre che un’occasione di apprendimento. Sono felice se questo articolo è servito a farlo conoscere in qualche misura. Ti auguro di avere modo di visitarlo.