In Africa, molti animali sono minacciati dal rischio di estinzione
Il maestoso Continente Nero vanta un triste primato: è quello in cui vi è un maggior numero di specie animali a rischio d’estinzione.
Le cause sono molteplici: i cambiamenti climatici e la distruzione degli habitat naturali da parte dell’uomo, il bracconaggio, purtroppo diffuso e spesso fuori controllo, e il commercio illegale internazionale di esemplari vivi o di parti di essi, come i corni dei rinoceronti e le zanne degli elefanti.
Per monitorare la situazione a livello globale, esiste la cosiddetta Lista rossa, un database sullo stato di conservazione di piante e animali costantemente aggiornato dalla IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Diversi studi hanno confermato l’esistenza di una relazione intrinseca tra il benessere della fauna e il clima, con ripercussioni sull’equilibrio, non solo dell’Africa, ma di tutta la Terra.
Tra gli animali africani sull’orlo dell’estinzione troviamo i grandi felini, come il leone, il leopardo e il ghepardo che, secondo la IUCN, risultano in una preoccupante condizione di vulnerabilità.
Classificazione dell’IUCN:
- EX (estinta)
- EW (estinta in natura)
- CR (in pericolo critico)
- EN (in pericolo)
- VU (vulnerabile)
- NT (quasi minacciata)
- LC (minima preoccupazione)
Quali sono i felini che rischiano l’estinzione nel continente africano?
Come abbiamo visto poc’anzi, i grandi felini africani su cui si pone l’attenzione, per il rischio d’estinzione che corrono, ci sono il leone, il leopardo e il ghepardo.
In aggiunta, in Africa vi sono anche altri felini, di piccole dimensioni, come il gatto dai piedi neri, la cui popolazione sta diminuendo piuttosto velocemente a causa della costante riduzione del loro habitat.
È innegabile che la mano dell’uomo è sempre la principale causa della precaria situazione in cui versano i felini, tanto che alcuni di loro si sono già estinti, come il Leone dell’Atlante e il leone del Capo.
Per quanto riguarda le altre specie di leone, ne restano meno di 25.000, a fronte dei 400.000 censiti nella prima metà del secolo; un disastro dovuto soprattutto al bracconaggio e alla continua sottrazione di spazi prima territorio dei leoni.
Il ghepardo non se la passa meglio dei leoni, anzi.
Oltre ad accusare problemi di bracconaggio e riduzione dell’habitat, come i leoni, il ghepardo è molto vulnerabile anche dal punto di vista genetico; tra i poco più di settemila esemplari rimasti, sono avvenuti incroci tra individui consanguinei, che di fatto hanno indebolito la specie.
Infine, pur essendo tra i grandi felini quello che riesce ad adattarsi con più facilità all’ingerenza dell’uomo e alla frammentazione del proprio habitat, il leopardo è anch’esso considerato vulnerabile e alcune delle sue sottospecie, cinque su nove, rischiano l’estinzione.
Per quanto alcune grandi associazioni come WWF e National Geographic si facciano promotrici di iniziative per la sensibilizzazione e la salvaguardia degli animali in via d’estinzione, servono sforzi molto più grandi e un impegno maggiore da parte di tutti i Paesi per riuscire a cambiare la situazione.
Lo stesso impegno che servirebbe per affrontare la crisi climatica globale, con la quale esiste una stretta relazione.
Ammirare gli animali selvaggi africani nel loro habitat naturale
Avere la fortuna di poter ammirare animali selvaggi africani come il leopardo nel loro habitat naturale, piuttosto che dietro le sbarre di uno zoo, è un’esperienza unica ed emozionante.
Ancor di più se pensiamo a quanti di loro vivono in una condizione di assoluta precarietà, con il rischio pressoché imminente della propria estinzione.
L’esperienza diretta è il modo migliore per poter apprezzare il valore e l’importanza della salvaguardia della biodiversità e per assumere maggiore consapevolezza del problema.
Di ritorno da un viaggio, durante il quale si ha avuto la possibilità di vedere dal vivo la favolosa fauna africana, elefanti, giraffe, leoni, ghepardi e leopardi, non si può far altro che diventare promotori della loro tutela ed essere più rispettosi verso l’ambiente.
La piaga del bracconaggio e del commercio illegale di animali a rischio estinzione
In Africa, il bracconaggio sembra non conoscere ostacoli ed è in continua crescita, nonostante gli sforzi di molti governi di mettere in piedi specifiche squadre di ranger per contrastare questo vergognoso fenomeno.
Purtroppo, gli interessi economici che ruotano intorno alla caccia di specie protette sono altissimi, così come la corruzione di funzionari e impiegati amministrativi di molti Stati africani.
Il commercio illegale di esemplari esotici vivi non si arresta e nemmeno quello di parti di animali, che vengono utilizzati come cibo o come ingredienti nella medicina tradizionale orientale.
Per non parlare dei trofei di caccia.
Sono in tanti coloro che concorrono ad alimentare questo riprovevole sistema, il cui volume d’affari è quasi incalcolabile.
Anche in questo frangente, associazioni come WWF si battono contro la caccia delle specie in via d’estinzione e il loro commercio illegale ma si tratta di una lotta davvero impari.
Tuttavia, fintanto che ci sarà chi è disposto, commettendo un reato gravissimo, a pagare fior di quattrini per il solo gusto di poter sparare ad un leopardo o ad un elefante africano, non ci sarà fine alla battaglia contro bracconieri e cacciatori di frodo.