Varsavia: il Museo dell’Insurrezione

Varsavia può essere scoperta e conosciuta da diverse prospettive. Tuttavia c’è qualcosa, come un sottotesto della città, qualcosa tra le righe, un segno tra le sue strade che viene dal passato, che può essere compreso soltanto riprendendo le fila della sua storia recente.
E un passaggio fondamentale di questa storia coincide con la Seconda Guerra Mondiale. Per questo il mio suggerimento è di intraprendere la visita di questa bellissima città dal fondamentale Museo dell’Insurrezione, che rievoca l’insurrezione dei militari e della popolazione civile di Varsavia contro l’occupazione nazista dal 1° agosto al 2 ottobre 1944.

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Il Museo

Il museo è un viaggio multimediale in una pagina di storia che a noi è parsa ancora molto sentita dai polacchi. Oltre ad essere un’essenziale raccolta di documenti e testimonianze, il museo contiene momenti e passaggi molto intensi: all’esterno è per esempio circondato dal Muro del Ricordo, che conserva i nomi di più di 10000 insorti; all’interno l’anima tenace di Varsavia nel suo momento più duro e più eroico è ricordata costantemente dal Battito del Cuore del museo, un monumento in acciaio che attraversa verticalmente tutti i piani dell’edificio. Grazie a Fall in love with Warsaw abbiamo avuto la possibilità di visitare il Museo con una guida in italiano, che ha reso la visita ancor più chiara e interessante.

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La Visita

La guida ci ha condotti attraverso i tanti ambienti del museo, che è organizzato davvero con grande sapienza in modo da tracciare il quadro storico complessivo in cui si inquadra l’insurrezione del ’44 e contemporaneamente in modo da far toccare con mano aspetti molto concreti della vita, dei rischi e delle difficoltà degli insorti durante quei fatidici 63 giorni. È possibile scoprire che cosa mangiavano i militari e i cittadini durante la rivolta, quali armi utilizzavano, come si spostavano, quali aiuti ricevevano (o non ricevevano, e scoprirete in che senso) dagli alleati…

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Ovviamente si tratta di qualcosa difficile da immaginare per chi come noi vive in situazioni pacifiche, per fortuna. E in alcuni casi il museo cerca di far rivivere situazioni complesse che gli insorti dovevano fronteggiare, purtroppo in modi molto più duri rispetto alle ricostruzioni museali. Una di queste erano gli spostamenti, estremamente pericolosi in una città che era sotto il controllo tedesco entro i confini della riva sinistra del fiume Vistola. Gli insorti sfruttavano pertanto i condotti fognari sotterranei: è possibile percorrerne alcuni, ricostruiti, da attraversare in teoria al buio, a testa bassa, in un ambiente che per quanto disagevole è comunque molto lontano da quello putrido e maleodorante delle fogne vere utilizzate nel 1944 sotto la guida esperta di tante donne che si erano specializzate in questo ruolo.

Una visita “interattiva”

Tra gli ambienti del museo che permettono di toccare con mano situazioni e momenti di quella rivolta c’è anche la tipografia clandestina con macchinari dell’epoca ancora funzionanti.
Il racconto della visita, credetemi, non rende bene l’idea di quanto si riesca a percepire concretamente alcuni aspetti dell’insurrezione visitando le stanze del museo.
Come dicevo prima, la visita comprende momenti molto intensi e dolorosi: uno di essi sicuramente si vive nella stanza che conserva copie dei verbali di riconoscimento dei militari e civili uccisi a decine di migliaia, e poi bruciati, dai soldati tedeschi durante l’insurrezione. Ogni verbale è contenuto in una piastra trasparente all’incirca del peso delle ceneri di un defunto. È un’esperienza che dà concretezza alla guerra e alla morte che ne consegue, mentre di solito ci riferiamo alle vittime delle guerre con numeri quasi neutri, senza consistenza, che non rendono giustizia a quello che quantificano.

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Il museo, situato nella ex centrale elettrica dei tram, un monumento dell’architettura industriale di inizio Novecento, conserva anche una replica in scala 1:1 del bombardiere Liberator B-24J, e, nei pressi dell’aereo, c’è anche una piccola sala cinema in cui si può fare l’esperienza 3D del volo del bombardiere su Varsavia “città di rovine” alla fine del secondo conflitto mondiale: quando ho pensato a come potesse essere una città distrutta dalla guerra non potevo davvero immaginare quello che ho visto nel filmato.

Informazioni Utili

Per informazioni aggiornate su orari di apertura, costi ed eventi, consultare il sito ufficiale: http://www.1944.pl/
Per arrivare al Museo dell’Insurrezione (si trova in Grzybowska 79) vi consiglio di utilizzare la metropolitana e di scendere alla fermata 

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(Testo di Corrado)

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