28 Marzo 2015
Van Gogh Alive non è una mostra. Non penso che questa definizione sia adatta. Anzi, credo che proprio non si possa darne una definizione precisa, se non dire che più che altro di tratta di una esperienza artistica, un modo, nuovo ed efficace, di avvicinare la gente all’arte.
Io non sono una esperta e di Van Gogh conoscevo solo le opere principali, senza saper nulla o quasi della sua vita. E non sapevo cosa aspettarmi, quando abbiamo deciso di comprare i biglietti per Van Gogh Alive in mostra a Firenze, nellla chiesa di Santo Stefano al Ponte.
Sapevo solo che non vi erano dei veri quadri esposti, ma una proiezione multimediale di molte delle opere dell’artista olandese.
Ma questa descrizione non basta minimamente a spiegare quello a cui si assiste. I quadri vengono proiettati, con un sottofondo musicale che incalza il susseguirsi delle immagini, molte in movimento o ricostruite lentamente come se il pittore le stesse dipingendo di fronte a voi. Ad accompagnare le immagini, frasi tratte da lettere dello stesso Van Gogh. Il tutto a ricreare l’intero scorrere della sua esistenza, i turbamenti della sua anima, i pochi momenti felici, il peggiorare della sua malattia, fino al suicidio.
Le immagini sono ritagliate seguendo i contorni ed i lineamenti della chiesa stessa, finestre, portici, altari etc…
Ci si siede in mezzo alla chiesa e si rimane così, a bocca aperta, mentre è la mostra, che per la prima volta, scorre intorno ai visitatori. Un concetto davvero interessante. E secondo me vincente.
La mia opinione personale…bhe, io posso solo dirvi che non è da perdere (a Firenze è in mostra fino al 12 Aprile 2015), anzi, che se l’esposizione arriverà a Roma andrò sicuramente a rivederla, anche perchè la mostra cambierà ogni volta che verrà modificata la sede di esposizione.
In ogni caso, non possono bastare le parole, non basteranno le immagini e i video che condivido con voi.
La mostra è coinvolgente, appassionante, emozionante. Lascia i brividi addoso, riuscendo a farti provare, attraverso i suoi quadri e i suoi scritti, le stesse sensazioni provate da Van Gogh, i rari momenti di ottimismo e, fortissima, la sua disperazione, fino a capire il significato di ogni sua singola pennellata e di ogni respiro tra le sue parole.