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Viaggio di un padre con i suoi figli: Pisa

Vi ricordate il racconto di Danilo su Viareggio e Genova? Oggi ci porta a Pisa, sempre insieme ai suoi due figli. Viviamo insieme a loro l’emozione di questa nuova avventura italiana!

Alla scoperta di Pisa

La seconda tappa del nostro viaggio di quest’anno è stata Pisa. Grande eccitazione dei miei figli per scoprire uno dei posti più famosi al mondo. Partiamo da Marina di Massa la mattina verso le 9 e in poco tempo arriviamo a Pisa.

Piazza dei Miracoli

pisa

Già entrando in città i bambini si dimenano per scorgere da lontano la torre pendente. Parcheggiamo in uno dei numerosi posti adibiti e in 5 minuti a piedi arriviamo a Piazza dei Miracoli. Capiamo di essere vicini per via delle numerose postazioni di souvenir che ci accompagnano nel tragitto. Entriamo nell’immenso spazio di Piazza dei Miracoli e la visione che riempie i nostri occhi è meravigliosa. Sembra di essere paracadutati in un altro tempo, il prato verde che fa da sfondo al Battistero di San Giovanni, poi al Duomo e infine, in lontananza si vede finalmente il tanto agognato obiettivo della nostra gita, la Torre Pendente.

Iniziamo a camminare seguendo il sentiero per arrivare alla Torre e in pochi minuti siamo ai piedi della stessa. La faccia stupita dei bambini racconta chiaramente la felicità di vedere un così unico e atipico monumento. Essere sotto ad una torre di oltre 50 metri (57 per la precisione) è sempre motivo di emozione, figuriamoci se la torre risulta anche essere piuttosto pendente!

La Torre di Pisa

Ci rechiamo a comprare i biglietti per potervi accedere, non ci sono molte persone a causa della Pandemia e per fortuna quindi riusciamo a non attendere troppo tempo. Lasciamo in custodia lo zaino che avevamo portato e teniamo soltanto l’indispensabile per salire.

Arriviamo di nuovo sotto la torre, ci informano che gli ingressi sono contingentati e si sale a gruppi di 15 persone alla volta. Attendiamo quindi il nostro turno, l’attesa non è lunga ed è comunque riempita dal guardare da ogni angolazione la torre dalla base. Entriamo in quella che viene chiamata la “sala del pesce” per via del bassorilievo raffigurante un pesce al suo interno. E’ qui che attendiamo di salire. I bambini ipotizzano fantasticando su un ipotetico ascensore che ci porti in cima, sanno ma non vogliono probabilmente accettare di buon grado che per salire dovranno fare molti gradini.

E’ il nostro turno, ci infiliamo in un corridoio che ci mostra l’inizio della scalinata, angusta e con finestre laterali per ammirare il paesaggio durante la salita. Non incontriamo persone salendo, anche perché sarebbe difficile passare con troppe persone vista la ristrettezza della scala. Iniziamo la scalata degli otto piani della torre e dei 294 scalini che compongono la scala. Il tragitto di tanto in tanto è rallentato per fare qualche foto e per prendere un po’ di fiato nel gruppo che sta salendo ma finalmente arriviamo alla nostra meta.

Lasciamo la scala stretta e scura per affacciarsi in uno dei piani della torre e la fatica lascia spazio all’emozione, lo stupore e la magnificenza del paesaggio che scorgiamo. Si vede tutta piazza dei miracoli e una buona parte della città. I bambini sono a bocca aperta e francamente (dopo anni che non ci venivo) anche io. Non ricordavo la bellezza di quel paesaggio visto “in pendenza” da quell’altezza.

L’effetto “formica” delle persone sottostanti è evidente e ci fa rendere conto dei 57 metri della torre. Il cielo è terso e lo scenario meraviglioso. Saliamo ancora un piano e iniziamo il rituale classico delle foto ricordo anche se difficilmente scorderemo questi momenti. I miei figli sono attaccati alle grate di protezione e vanno a cercare con i loro occhi un particolare, un dettaglio e non appena ne trovano uno me lo fanno notare con una voce piena di stupore e gioia.

Rimaniamo circa 15 minuti ammirando la meraviglia in cui siamo poi l’addetto alla visita ci invita a prendere il percorso di ritorno per permettere al prossimo gruppo di salire. Scendiamo le scale e in pochi minuti ci troviamo di nuovo sotto la torre, fuori.

Il Duomo di Pisa

Recuperiamo il nostro zaino e ci allontaniamo da lì andando verso la cattedrale. Maestosa e imponente ci si pone davanti l’entrata della stessa e non ci facciamo certo pregare per entrare. L’interno è sfarzoso, la navata è splendida e chiaramente trionfale visto che è questo gioiello di architettura è stato eretto per celebrare la vittoria dei pisani contro i musulmani a Palermo.

I bambini sono di nuovo a bocca aperta, ammirano il soffitto e l’oro che lo rende scintillante. Camminiamo all’interno e ci riempiamo gli occhi della bellezza di questo posto e il sentimento di ammirazione verso ciò che l’uomo può creare è grande.

Non restiamo molto, i bambini sono un po’ stanchi e vogliono andare verso la macchina quindi usciamo e ripercorriamo il tragitto fatto in precedenza all’entrata. Una sosta per acquistare qualche souvenir è d’obbligo e non ci sottraiamo. Calamite della torre soprattutto, da tenere e regalare a qualche amico/parente per portare un pezzo di Pisa nella nostra vita.

Tornando alla macchina ci fermiamo in un bar per bere un po’ di acqua e assaporare il divertente dialetto pisano delle cittadini.

Riflessioni di fine giornata

Saliamo in auto e mentre riprendiamo la strada per tornare al nostro hotel la sensazione di aver visto qualcosa di straordinario ci pervade. Non facciamo altro che parlare dell’altezza, della pendenza, del paesaggio ammirato dall’alto…i bambini sono entusiasti ancora! E questo mi dà gioia, avergli fatto conoscere un altro piccolo pezzo di mondo che possa accrescere la loro sete di viaggiare e la loro voglia di entrare in luoghi nuovi, conoscendo culture diverse.

Dico sempre ai miei bambini che non lesinerò mai soldi per libri e viaggi perché credo fortemente che siano entrambe spese necessarie alla stregua del cibo per una persona. Accrescere la cultura nella nostra vita lo trovo importante, fondamentale, che sia visitando posti diversi o immaginandoli mentre si legge un libro.

A distanza di settimane ancora ogni tanto mi ringraziano per questa esperienza, il mio scopo è stato centrato, ho suscitato interesse nella loro mente togliendone un po’ ai moderni e futili punti di interesse dei bambini del nostro tempo. Un gioco della playstation in meno in testa a favore dei ricordi di una torre pendente.

Testo di Danilo Allegrini

 

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