Trapani Pietre Solstiziali Custonaci

Trapani e le “sue” pietre solstiziali, un incontro tra astronomia e magia

Durante l’evento di promozione territoriale e turistica “Aspettando il Solstizio d’inverno” tenutosi a Trapani e provincia in occasione delle settimane che precedevano per l’appunto il solstizio d’inverno, ho avuto modo di imbattermi nel concetto di Pietre Solstiziali. In realtà anni fa sono stata a Stonehenge, probabilmente il luogo più famoso nel suo genere, ma non avevo mai davvero approfondito la questione, un misto tra astronomia e magia che, nel mio ultimo viaggio, mi ha davvero affascinata, non solo per la bellezza della natura e le forme e colori che riesce a regalare durante le albe e i tramonti, ma per la precisione con cui l’uomo, nei millenni ha studiato tali fenomeni, tanto da riuscire a localizzare i punti esatti in cui la “magia” avviene! Si tratta di fenomeni estremamente affascinanti e suggestivi che io, da profana, faticherei a descrivervi. Ho quindi pensato di intervistare Memmo Gambina, una delle persone più preparate sull’argomento che io abbia mai conosciuto e, sicuramente, la più appassionata. Chi meglio di lui può regalarci un po’ del suo sapere?

Trapani Pietre Solstiziali Custonaci

Trapani e le Pietre Solstiziali

Intervista a Memmo Gambina

Memmo, raccontaci di te e di come è nata la passione per le pietre solstiziali.

Sono una guida naturalistica ed esperienziale trapanese e trovandomi spesso a dover trascorrere, per lavoro e per passione, molto tempo libero tra le montagne della Sicilia Occidentale, con particolare frequentazione del versante settentrionale, alcuni anni fa andai a trovare Giovanni, un anziano scalpellino che aveva realizzato con le sue mani d’oro un piccolo rifugio, adiacente ad una cava di marmo di sua proprietà, sulle pendici del monte Sparagio a Custonaci. Il rifugio era stato realizzato come luogo dove trovare riparo e rifocillarsi, durante la pausa pranzo per se stesso e gli operai di quella cava.
Un luogo parecchio sinistro, ma semplicissimo e per questo ideale per le mie escursioni esperienziali, che da lì a poco avrei organizzato diverse volte. Il luogo era davvero suggestivo, allora conoscevo poco il
monte Sparagio e ancora meno ero a conoscenza dell’archeoastronomia, della quale avevo solo sentito parlare sporadicamente in qualche documentario.
A Giovanni premeva portarmi a vedere una roccia alla quale erano legati alcuni ricordi del passato, così, giunti davanti a quell’enorme masso poggiato in bilico in equilibrio sopra un’altra roccia, che gli faceva da base, vedo una figura zoomorfa, simile ad un cavallo con la testa mozzata, e sotto il suo addome, spuntava una finestrella, un’apertura di oltre settanta centimetri dalla quale riuscivo a scorgere il
paesaggio.
Nulla che mi facesse pensare a un calendario solare, non ne avevo ancora la più pallida idea di cosa fossero, ma decisi di immortalare quel grosso masso e pubblicare le sue foto sui miei canali social, scoprendo di volta in volta, grazie alle condivisioni, di cosa si sarebbe potuto trattare.
Mi è stato detto che probabilmente era un calendario solare e da lì a pochissimi giorni mi contatta il Professor Alberto Scuderi, a quel tempo vice presidente del “gruppo degli archeologi d’italia”, chiedendo di vedere la roccia, la quale, dopo ripetuti attenti sopralluoghi e studi da parte sia della sovrintendenza ai beni culturali, che dell’università aerospaziale di Milano, condotti dal Professor Vito Francesco Polcaro, Ferdinando Maurici e Rossella Giglio, determinano che quella roccia zoomorfa, fosse proprio un
calendario astronomico primitivo, utilizzato dai nostri antenati per calcolare i cicli solari.
Pegaso (così è stato ribattezzato dagli abitanti del luogo), il “Cavallo del Sole” è infatti il primo calendario solare ritrovato nel territorio di Custonaci ed è orientato al tramonto del solstizio d’inverno.

Trapani Pietre Solstiziali Custonaci

Ma cosa sono quindi le pietre solstiziali? 

Anch’io agli inizi le chiamavo così “pietre solstiziali”, poi attraverso ricerche, studi e confronti con altre realtà simili presenti non solo in tutta la Sicilia, ma addirittura in tutto il mondo, provo a chiamarli “altari”, dato che non richiamavano solo l’aspetto astronomico di una o più culture di popoli antichi, bensì la loro spiritualità, la quale era basata sulla astrolatria, ossia sulle divinità dei corpi celesti, come il sole, la luna e le stelle e le varie costellazioni.

Oggi, se non si è davvero appassionati a tutto questo, diventa davvero complicato capire il significato spirituale di un tramonto o di un plenilunio, attraverso l’utilizzo delle rocce, che non è solamente quanto abbiamo visto fino adesso nelle foto, ma c’è molto di più che è ancora in fase di studio.

Dove possiamo ammirare e quando questi fenomeni nella provincia di Trapani?

Considerando che il solo territorio di Custonaci, custodisce al momento, più di una ventina di monumenti legati ai culti luno-solari, ma ce ne sono altri dislocati persino nelle campagne dell’agro-ericino, alcuni di questi già noti e mostrati al pubblico con piccoli eventi naturalistici, altri solamente attraverso foto scattate da me o da altri amici, durante i solstizi o gli equinozi, sia all’alba che al tramonto.
Insomma, al di là della loro bellezza descritta davanti la magia di un’alba o di un tramonto, occorrerebbe a mio avviso, sensibilizzare maggiormente le istituzioni, che dovrebbero prendersene cura, non a parole, ma con fatti concreti, magari attraverso una progettazione seria di studi scientifici, simposi, convegni per portare a conoscenza l’opinione pubblica dei tesori nascosti tra le montagne di questo paese che ha bisogno di riscatto, soprattutto dal punto di vista culturale.

Trapani Pietre Solstiziali Custonaci

Ci sono altri momenti dell’anno in cui si verificano fenomeni analoghi?

Già capire e memorizzare solstizi ed equinozi non è una cosa semplice, figuriamoci se descriviamo altri tipi di fenomeni nello stesso momento.
Sinceramente, sono del parere che occorre prima metabolizzare bene cosa sono i solstizi e cosa gli equinozi, spiritualmente, sono anche non solo periodi differenti, ma anche e soprattutto, legati alle credenze di ogni cultura che un tempo ha abitato gli stessi luoghi.
Abbiamo ritrovato rocce non forate, ma con allineamenti legati sempre al culto del sole, ma che probabilmente venivano utilizzati per altri scopi o riti propiziatori dei quali conosciamo ancora pochissimo.
Tuttavia, al momento possiamo fare solo supposizioni, ci sono studi in corso ed è giusto che gli addetti ai lavori si prendano il loro tempo.

Cosa possiamo suggerire a chi vuol visitare questi luoghi? A chi ci si può rivolgere per raggiungere i punti esatti e nei giusti momenti?

In questo preciso periodo, suggerirei innanzitutto di munirsi di pazienza, perché le scoperte, nonostante esse siano numerose, non dispongono ancora di un’associazione che ne curi ogni dettaglio, compreso le visite guidate.
Alcuni monumenti, che ripeto si trovano in mezzo alle montagne in percorsi anche accidentati, sono stati inseriti su Google Map, dunque è possibile individuarli manualmente, facendo delle ricerche su internet, ma come già descritto, consiglio di munirsi di pazienza ed aspettare che diventi attiva una fruizione guidata, poiché, anche se si raggiungesse il monumento in completa autonomia, occorre poi conoscere i dettagli sull’orario ed il punto di osservazione, per assistere al fenomeno della ierofania.
Tuttavia, chi è interessato, può sempre seguire la mia pagina facebook I sentieri di Gu, attraverso la quale, nei giorni dei solstizi ed equinozi, preparo delle visite guidate nei siti più facilmente raggiungibili.

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