Firenze? Musica? Troppo facile.
Per me dici Firenze dici LITFIBA.
E se dici Litfiba dici i migliori in assoluto.
Firenze è una tappa quasi religiosa in un possibile giro d’Italia (o del mondo) all’insegna della musica.
Quando siamo stati a Firenze con Lucia per me era fondamentale, come ogni volta che vado in quella splendida città, passare per via de’ Bardi, dove i Litfiba originari avevano la loro prima “sala prove”, uno scantinato umido che di recente sono tornati a visitare. Sarebbe bello se lì nascesse un museo dedicato a loro (o magari al rock italiano in generale). Litfiba: Località ITalia FIrenze BArdi, appunto.
Non credo che l’idea del museo verrà mai in mente a nessuno a livello istituzionale, perché il rock in Italia è visto ancora come un’arte minore, un’arte per il popolino. Peccato.
I Litfiba, peraltro, non potevano non dedicare una delle loro bellissime canzoni alla loro città. Così, nell’album Terremoto, pietra miliare del rock italiano, inseriscono Firenze sogna, una canzone in pieno stile Litfiba: in qualche modo criptica, ma con un forte messaggio politico tra le righe.
E con un po’ di ironia, chissà se voluta: il titolo è lo stesso di una canzone che cantava nel 1962 Claudio Villa, ma ovviamente l’attitudine era molto diversa…
A Firenze non puoi non pensare anche ad un cantautore che purtroppo ci ha lasciati troppo presto, Ivan Graziani, con la sua Firenze (canzone triste), che parla di una donna contesa tra due uomini, una donna che cerca di realizzare i suoi sogni artistici a Firenze, ma si rende conto che un fiume non è come il mare, e va via per tornare al proprio habitat. Da questo abbandono nasce, appunto, “una canzone triste triste triste triste triste triste…”.
Certo, inutile nascondersi dietro un dito: quando sei alla stazione di Santa Maria Novella, non puoi non pensare con un sorriso a Pupo e alla sua “Firenze Santa Maria Novella è festa per lui che va per lei che resta, per un amore che ritornerà”. Dai, dite la verità, l’avete pensato passando di là?
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testo di Corrado