Riserva Naturale di Monte Catillo Tivoli

Riserva Naturale di Monte Catillo a Tivoli

Oltre che per visitare le sue splendide ville e trascorrere qualche ora di relax in uno degli stabilimenti termali  più frequentati dai romani (sia antichi che moderni!), un’ottima ragione per inserire Tivoli nella lista dei borghi laziali tutti da scoprire è senza dubbio quella di fare quattro passi all’interno della Riserva Naturale di Monte Catillo: un’area protetta dalla superficie superiore ai 1.300 ettari, situata a ridosso del centro storico cittadino ed in continuità coi primi rilievi appenninici, percorrendo i cui sentieri è possibile ammirare magnifici scorci sulla valle scavata dall’Aniene, allontanandosi di fatto appena 40 km dalla capitale.

Riserva Naturale di Monte Catillo

Fruibile in ogni stagione dell’anno grazie alla sua privilegiata posizione geografica, esistono diversi modi per visitare la riserva: a cavallo, affidandosi ad una delle tante associazioni turistico-sportive che operano sul posto; in mountain bike, avendo cura di scegliere il tracciato  più adatto alle proprie capacità; a piedi, lasciando la macchina in prossimità dell’imponente Arco di Quintiliolo e inerpicandosi lungo il sentiero “Don Nello del Raso”, indicato nel suo tratto iniziale dal segnavia 330 (in alternativa, un secondo accesso all’area protetta è situato qualche metro più avanti, ma sempre sulla strada per Marcellina, in corrispondenza del piazzale d’ingresso all’Hotel Torre Sant’Angelo).

Riserva Naturale di Monte Catillo Tivoli

Qualora decidiate di intraprendere il vostro trekking dall’Arco di Quintiliolo (come ho fatto io), ad accompagnarvi per la prima mezz’ora di cammino saranno da un lato suggestive vedute su ciò che resta dell’Acropoli Tiburtina, dall’altro arbusti fioriti, piccoli salti di roccia e ripide pareti calcaree: ci troviamo infatti alle falde del Monte Catillo, “la montagna di Tivoli”, ed è la natura, qui, la sola e indiscussa protagonista.

Se la cima del Monte Catillo, con i suoi modesti 612 metri di quota, rappresenta una meta irrinunciabile per chi desidera osservare la città dall’alto, è però la Sughereta di Sirividola – dal latino suber, ovvero “quercia da sughero” – a meritare l’appellativo di ambiente più sorprendente dell’intera area protetta, nonostante incendi, pascolo abusivo e azione dell’uomo ne abbiano nel tempo ridotto notevolmente l’estensione.

Cos’è allora a renderla un biotopo unico nel suo genere? Innanzitutto il fatto di sorgere su un terreno di natura calcarea, a differenza di altri boschi simili rilevati nel Lazio quasi sempre distribuiti lungo il corso di fiumi o in relazione a substrati di origine alluvionale; secondo poi la compresenza di piante tipiche del Mediterraneo occidentale, quale per l’appunto la sughera, e specie originarie dei Balcani orientali quale invece lo storace, contrasto giustificato dalle particolari condizioni climatiche della riserva, mitigate per gran parte dell’anno dall’influenza tirrenica.

Riserva Naturale di Monte Catillo Tivoli

Attraversata con calma la sughereta, il sentiero esce quindi allo scoperto, risalendo per circa mezz’ora la pietrosa dorsale del Monte Giorgio, caratterizzata da doline e altri interessanti fenomeni d’erosione carsica – i cosiddetti “campi solcati o “carreggiati” – tra i cui anfratti prolifera un’incredibile varietà di fiori e di arbusti sempreverdi. Guardandoci intorno, la vista spazia dalle bellissime montagne che fanno da cornice alla Valle dell’Aniene (si distinguono chiaramente Monti Lucretili, Monti Ruffi e Monti Prenestini) ai pittoreschi abitati di Castel Madama e Ciciliano, praticamente a due passi dal confine con l’Abruzzo.

Riserva Naturale di Monte Catillo Tivoli Riserva Naturale di Monte Catillo Tivoli

Il tempo di scattare qualche foto e ci addentriamo di nuovo nel bosco, perdendo a poco a poco quota fino ad arrivare in località Colle dei Travi, crocevia di due dei sentieri più frequentati della zona: quello per San Polo dei Cavalieri, sovrapponibile al tratto iniziale della cosiddetta Via dei Lupi – un interessante trekking a tappe che collega Tivoli al borgo abruzzese di Civitella Alfedena, attraversando cinque aree protette e un’infinità di paesini immersi nel verde – e quello per il Rifugio Fonte Bologna, unico punto d’appoggio dell’intero percorso.

Ancora una volta, a circondarci è una vegetazione talmente fitta e variegata da lasciare letteralmente senza parole, un vero e proprio labirinto di alberi in cui districarsi tra cespugli di biancospino, castagni secolari e maestosi esemplari di pseudosughera (un rarissimo tipo di quercia che, pur appartenendo alla famiglia delle sempreverdi, presenta caratteristiche morfologiche tipiche delle specie caducifoglie).

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Ma non abbiate paura di perdervi! A guidare i vostri passi lungo gli oltre 30 km di sentieri che attraversano la riserva, saranno infatti una miriade di bandierine bianco-rosse, oltre ovviamente alle classiche frecce di legno con su riportate distanze e tempistiche di ciascun itinerario, posizionate dalla sezione locale del CAI in prossimità di crocicchi o altri punti del tragitto che potrebbero trarre in inganno gli escursionisti alle prime armi.

Riserva Naturale di Monte Catillo Tivoli

Ignorate le indicazioni per San Polo dei Cavalieri (ma nulla vi vieta di proseguire dritti e “rigirarvi” al bivio successivo!), superiamo così una piccola area pic-nic e, dopo aver ammirato da vicino ciò che resta di un’antica cisterna romana, pertinente con ogni probabilità ad una villa rustica di età tardo-repubblicana, raggiungiamo finalmente l’idilliaca località di Fonte Bologna, attrezzata con tavoli, panche e griglia per barbecue e di conseguenza perfetta per una pausa mangereccia (poiché i posti a sedere sono abbastanza limitati, e soprattutto nei weekend vanno subito a ruba, il mio consiglio è quello di portarvi nello zaino un telo o una tovaglia da stendere all’occorrenza sul prato).

Riserva Naturale di Monte Catillo Tivoli

A chi, arrivato a questo punto, preferisse posticipare un po’ il pranzo ed esplorare meglio i boschi circostanti, un sentiero – per la precisione il 331bis – offre l’opportunità di effettuare una fugace deviazione e giungere in breve al cospetto di un’affascinante fortificazione medievale, indicata sulle mappe come “Castellaccio” e distante all’incirca 45 minuti di cammino dal rifugio: un edificio sulle cui vicissitudini storiche sappiamo in realtà molto poco, se non che fu realizzato dai Saraceni a cavallo tra XIII e XIV secolo per poi cadere in rovina agli inizi del XV, ma che nonostante il suo aspetto vale comunque una visita approfondita (attenzione soltanto a non addentrarvi troppo tra le sterpaglie che ne avvolgono le mura perimetrali).

Riserva Naturale di Monte Catillo Tivoli Riserva Naturale di Monte Catillo Tivoli

Tornati rapidamente sui nostri passi, ci avviamo pertanto lungo uno stradone bianco dal fondo pietroso, numerato col segnavia 331 e corrispondente al tratto finale del Sentiero Coleman , un cammino di più giorni ideato in ricordo del pittore paesaggista Enrico Coleman, che sul finire dell’Ottocento attraversò a piedi la zona immortalandone poi su tela la bellezza.

Superati un arco naturale di origine carsica e un grosso recinto in legno adibito al ricovero di mucche e cavalli, iniziamo così la nostra discesa verso Tivoli, per raggiungere dopo circa 3 ore e 10 km di cammino (ESCLUSA la deviazione al Castellaccio, che vi ruberà non meno di un’ora e mezza tra andata e ritorno) il cancello d’uscita dalla riserva.

Riserva Naturale di Monte Catillo Tivoli

Informazioni utili sulla Riserva Naturale di Monte Catillo

Guide utili per affrontare il percorso:

  • Monte Catillo, Monti Lucretili, Monti Navegna e Cervia. Guida escursionistica, A. Bollati, P. Pitzianti, C. Coronati, Edizioni Il Lupo, 2010;
  • I 50 sentieri più belli del Lazio, S. Ardito, Iter Edizioni, 2013 (pp. 66-67).

Link per scaricare gratis la mappa della riserva:

Buona passeggiata!

Testo e foto di Giorgia – Voglio Andare a Vivere in Montagna

 

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