Le più belle città campane della Magna Grecia

Quando i Greci arrivarono in Campania nell’VIII secolo a. C., fondarono numerose colonie che ancora oggi conservano i resti di quella che fu una civiltà illuminata

I primi contatti tra la Grecia e il sud Italia risalgono all’epoca minoica e micenea. Ma fu a metà dell’VIII secolo a. C. che cominciò una reale colonizzazione di queste terre italiche, con la fondazione di numerose città che divennero vere e proprie colonie greche.

La Magna Grecia, così fu chiamato tutto il territorio in cui i greci si insediarono, per secoli prosperò diventando un’appendice ellenica. In Campania nacquero città come Napoli, Cuma, Paestum e Velia, che vissero un periodo d’oro, del tutto integrate alla cultura illuminata ellenica.

Ognuna di queste città ancora oggi conserva resti visibili della Magna Grecia. Ogni anno migliaia e migliaia di turisti arrivano da ogni parte del mondo per conoscere la grandezza di questi territori.

Le città della Magna Grecia in Campania

I Greci portarono in Campania e in Sicilia nuove forme culturali che hanno segnato per sempre l’identità di questa parte dell’Italia del sud. È qui che vediamo nascere figure leggendarie mistiche, i primi filosofi razionalisti, scienziati innovativi, i padri dell’arte della retorica e al tempo stesso una cultura religiosa orfica legata a riti e culti segreti.

Le diverse colonie della Magna Grecia, sin dalla loro nascita, sono legate da una cultura comune, direttamente trasferita dai padri greci, ma al tempo stesso restano orgogliosamente indipendenti l’una dall’altra, mantenendo ognuna la propria marcata identità.

Napoli, la città nata da Partenope

La leggenda racconta della sirena Partenope che, delusa dal non essere riuscita ad attirare Ulisse a sé con il suo canto, si uccide schiantandosi sugli scogli. Il suo corpo si dissolve, dando forma alla morfologia dell’attuale città.

Nel centro storico di Napoli e nei suoi musei ancora oggi si possono trovare un’infinità di tracce di epoca ellenica. Sul Monte Erchia si trovano i resti di una necropoli di epoca cumana e le rovine della villa di Lucullo, di epoca successiva.

Un tratto delle antiche mura si trova a cielo aperto in piazza Bellini. L’antico impianto stradale del centro storico è ancora distinguibile, in quanto le strade moderne non fanno altro che ripercorrere quelle antiche. Infatti, la struttura della vecchia Neapolis è la stessa che vediamo ancora oggi nella splendida città di Napoli.

Molti resti di epoca greca sono stati, nei secoli successivi, coperti dalla nuova città romana e, successivamente, dalle moderne costruzioni. Per cui, visitare Napoli oggi significa fare un viaggio nel tempo che attraversa più di 2000 anni, assorbendo antiche culture che si mescolano con il folclore e la vitalità artistica moderna di questa città unica.

Cuma, una delle prime colonie greche

Cuma può essere considerata la “madre” di Napoli. Infatti, quest’ultima venne fondata dai cumani come punto di controllo sul golfo che si estende da Miseno alla punta della Campanella.

Oggi si presenta come un’acropoli ricca di templi da cui si apre un paesaggio di rara bellezza. Famosissimo è l’Antro della Sibilla, da cui nacque il mito della SIbilla Cumana.

La visita di Cuma può rientrare in un itinerario più ampio che comprende tutti i Campi Flegrei, dove perdersi tra musei, parchi archeologici (anche subacquei), riserve naturali, panorami sul mare e resti di epoche antichissime.

Paestum e Velia, tra archeologia, cultura e mare

Più a sud, la Piana del Sele ospita due siti archeologici greci tra i più famosi al mondo, oggi Patrimonio Unesco. Paestum, l’antica Poseidonia, può essere considerata un vero museo a cielo aperto, con i suoi tre magnifici templi dorici: la Basilica, il tempio di Nettuno e il tempio di Cerere.

Di fronte, il museo Archeologico conserva pezzi preziosi rinvenuti nell’area, oltre gli affreschi di tombe lucane e la famosa tomba del Tuffatore.

L’antica Elea fu sede della scuola filosofica di Parmenide e Zenone. Oggi Velia è un importante sito archeologico, dove sono ancora visibili i resti di un tempo ionico e del teatro.

Inoltre, la cinta muraria con la Porta Rosa rimane uno degli esempi di mura di origine greca meglio conservati in tutto il sud Italia.

Le migliaia di persone che ogni anno affollano questi posti confermano quanto il patrimonio artistico e culturale di Paestum e della Piana del Sele sia attraente e non solo grazie ai preziosi resti di epoca greca.

Capaccio e Ascea, le due città che ospitano le antiche acropoli, sono anche delle fiorenti stazioni balneari, grazie ai chilometri di spiagge dal mare scintillante. Paestum, in particolare, è una meta ambita dai giovani grazie ai summer camp che permettono di vivere esperienze di vacanza studio in uno scenario assolutamente attraente.

Questa diventa occasione anche per intere famiglie di passare una vacanza completa sotto ogni punto di vista.

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