Donnas

Donnas: l’antico borgo ed il vino valdostano DOC

Un luogo dalla storia millenaria in cui oggi il suo silenzio stride col rumore delle botteghe artigiane medievali; la sua quiete nasconde la vivacità di un antico borgo; l’odore del vino si mescola con l’odore del fango che 15 anni fa ha invaso questo luogo ricco di storia e di fascino.
Siamo a Donnas, all’ingresso della Valle d’Aosta a meno di 10 km dal confine col Piemonte. Un luogo di passaggio per le masse, ma molto apprezzato dai pochi che hanno saputo fermarsi e conoscerlo.

Donnas

 

Cosa vedere a Donnas

La parte più antica del paese è costituita dalla strada romana, un tratto di viabilità scavata interamente nella roccia per oltre 200 m. Il duro granito è stato scolpito dai Romani per ricavare un’ampia sede stradale con tanto di solchi carrai per i carri. L’arco, simbolo per eccellenza del paese, è la testimonianza di quest’opera ardita. Poco lontano dall’arco un’imponente pietra miliare con inciso il numero XXXVI, ovvero le 36 miglia che separavano il villaggio con Augusta Praetoria (l’attuale Aosta).

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Secondo la leggenda sarebbe stato Annibale, il celebre condottiero cartaginese a realizzare questo tratto di strada usando il fuoco e l’aceto. La leggenda narra che dopo aver valicato le Alpi coi suoi elefanti Annibale si sia trovato qui davanti ad una grande roccia e che per poter proseguire il suo viaggio verso Roma abbia dato fuoco alla pietra e prima che il fuoco si estinse vi abbia versato sopra grandi quantità di aceto corrodendo così la pietra e riuscendo a penetrare realizzando la strada.

Poco oltre inizia il borgo medievale, fondato nel XII secolo, si sviluppa proprio lungo l’antica strada romana. Il borgo in epoca medievale era un luogo molto frequentato ed affollato. Qui c’erano botteghe, artigiani, notai, commercianti…oltre che pellegrini. Tanti pellegrini, che allora come oggi, attraversavano la Via Francigena, una delle maggiori vie di pellegrinaggi medievali e la sola che collegava Canterbury in Inghilterra, con Roma.

Il borgo conserva pregevoli edifici quale la cappella di Sant’Orso, fondata nel 1176 e costruita con l’intento di proteggere il villaggio dalle inondazioni della Dora Baltea.

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A questo santo, Orso, si lega la Fiera dell’Artigianato che si svolge ogni anno a gennaio. Un appuntamento importante che coinvolge tutta la popolazione e frequentato da migliaia di persone. Durante la cosiddetta Petite Foire tanti sono gli eventi previsti, il più sentito e coinvolgente è la Veillà, serata in cui tutte le cantine del borgo vengono aperte al pubblico e in cui è possibile mangiare e bere in compagnia con sottofondo allegre canzoni popolari. La domenica poi la fiera dell’artigianato prende il via, per la giornata è prevista l’esposizione da parte di centinaia di artigiani delle loro opere. Talvolta trattasi di piccoli manufatti o souvenir in legno, pietra, rame, tessuto e talvolta trattasi di vere e proprie opere d’arte.

 

Lungo il borgo ancora oggi si possono scorgere affreschi, finestre a crociera, portali gotici, scudi sabaudi affrescati o scolpiti sulle facciate delle case. Gli scudi sabaudi rappresentano la fedeltà di questa terra ai Conti di Savoia, da quando nel XIII secolo Donnas e la vicina Bard passarono sotto il controllo sabaudo diventando la prima un importante centro amministrativo e la seconda un centro militare strategico.

Il borgo di Donnas  divenne ben presto sede della prima Zecca dei Conti di Savoia. Una Zecca che batteva moneta per conto del Conte Aimone di Savoia intorno alla metà del XIV secolo. La Zecca funzionò per pochi anni, poi fu chiusa per lasciare più tardi spazio alla Zecca di Aosta.

Un borgo dall’illustre passato e che ha conosciuto nei secoli anche il passaggio di truppe armate come quelle guidate da Napoleone Bonaparte nel maggio 1800. Si narra che durante la Seconda Campagna d’Italia Napoleone transitò lungo la Valle d’Aosta e proprio a Donnas i suoi soldati durante una delle loro razzie abbiano arrecato grande danno ad un viticoltore locale rovesciando alcune botti e disperdendo il prezioso vino.

Il viticoltore, per nulla intimorito, trovò Napoleone e gli chiese di pagare i danni, ma per convincerlo gli fece assaggiare il vino perduto. Napoleone, capì subito che quel vino era davvero eccellente e riparò il danno al viticoltore.

Il vino in questione è il famoso Donnas, il primo vino valdostano ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata nel lontano 1971. Un vino rosso corposo prodotto con uve di nebbiolo che crescono rigogliose lungo i pendii delle montagne. Montagne impervie e coltivate a terrazzamento, dove il lavoro e la fatica si colgono ad ogni passo, dove gli uomini svolgono quella che è definita la “viticoltura eroica” proprio perché si svolge a mano ed in luoghi inaccessibili.

L’uva, la vite e i vigneti sono l’anima del paese che in autunno festeggia proprio la vite e i suoi frutti nella tradizionale Festa dell’Uva manifestazione che decreta annualmente con un premio, il grappolo d’oro, il migliore viticoltore. A seguire un’altra manifestazione anima il paese, la Festa della Castagna in cui le caldarroste e le castagne sono protagoniste. Nei tempi passati le castagne erano uno dei frutti principi della tavola dei montanari, un frutto che cresceva abbondante e che costituiva l’elemento principale di tante ricette tra cui la saporita “minestra di castagne”.

Proprio il nome del paese, Donnas, sembrerebbe derivare da una varietà di castagne, la “Donnasc”, particolarmente abbondante in questa zona.

Testo e foto di Francesca, guida turistica della Valle d’Aosta

 

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