E’, ormai da un po’ di anni, consuetudine tutta italiana quella di associare al verbo viaggiare necessariamente mete esotiche o, comunque, collocate dall’altra parte del globo. Eppure la nostra penisola offre una quantità di soluzioni che non hanno nulla da invidiare a qualsiasi paradiso terreste ed, anzi, sono oggetto di invidia di chi, dal di fuori, guarda con occhi sgranati il patrimonio italiano.
Io, viaggiatore oltreoceano incallito, ho, da sempre, nel cuore un posto in Italia che per me è magico; mi colpì una volta un locale che, percependo la mia capacità di immaginare unita all’ingenuità da bambino, mi disse che “quest’isola, se la guardi da Napoli, sembra la bella addormentata…”. E si, con il passare degli anni, la capacità di sognare ha ceduto il passo alla razionalità, ma ogni volta che ammiro Capri da Napoli, vedo l’immagine che quell’anziano signore, probabilmente oggi scomparso, mi ha fatto vedere per la prima volta…
Capri non è semplicemente un’isola, ma un “luogo dell’anima”, come qualche scrittore felicemente definisce quei posti che sono fortemente radicati all’interno delle persone. Per me Capri è un ricordo, è l’immagine dei faraglioni la mattina all’alba quando il primo raggio di sole li illumina, è il posto che mi aspetta ogni estate regalandomi emozioni sempre nuove. E’, semplicemente, casa.
Ho visto l’evoluzione di Capri, da isola icona degli anni ’60 all’attuale attrazione per turisti stranieri e non, che subiscono il richiamo prepotente ed il fascino che sa esercitare.
Capri è un’isola a due velocità: molti hanno la possibilità solo di vedere la Capri mondana, talvolta un po’ kitch, affollata e non sempre così affascinante come qualcuno descrive; in pochi, invece, hanno il privilegio di conoscere l’essenza dell’isola e di essere rapiti da quell’indescrivibile atmosfera che pochi posti, forse nessuno come Capri, sa offrire.
Capri, insomma, è il vociare della piazzetta a qualsiasi ora, dalla colazione del mattino al cornetto della sera; è le notti sfrenate di Anema&Core, la celeberrima taverna salita alla ribalta grazie al suo proprietario-mattatore, Guido Lembo, capace di animare e far sfrenare celebrità e persone qualunque alla stessa maniera, con la semplicità che solo lui sa avere; è le passeggiate in via Tragara, allo scuro della notte, quando la luce fioca crea un’atmosfera romantica e le stelle illuminano il percorso; è lo stupore nel vedere la grotta azzurra, uno spettacolo unico di colori naturali nel mare.
Capri non è un’isola facile, bisogna “guadagnarsela”: è un’isola pedonale, e spesso i percorsi sono in salita…ma tanto maggiore è la salita, tanto migliore è l’immagine che si staglia all’arrivo. Villa Jovis, ad esempio, offre un panorama unico, così come il Monte Solaro, che si raggiunge in funivia (pensate, monoposto, come si usavano negli anni ’70) da Anacapri e guarda i Faraglioni in faccia. Già, i Faraglioni, un miracolo della natura unico, reso ancor più raro dalla particolarità che vi vive una rara specie di lucertola blu, praticamente nata in cattività in mezzo al mare.
Ci sono tante storie e tante leggende su Capri, ma la verità è che va vista con gli occhi (e direi il cuore) propri: ognuno ha emozioni diverse, ad ognuno suscita reazioni differenti.
Ed allora, rendendomi conto che un articolo serve anche a consigliare, non solo a raccontare, vi raccomando di non perdervi, soprattutto nelle notti di luna piena, una cena da La Savardina che, una volta raggiunta (è una bella passeggiata di circa 25 minuti dalla piazzetta) offre un’atmosfera indimenticabile e, se avete la possibilità, affittate un gommone per una giornata: l’isola, vista dal mare, ha un’altra prospettiva.
Lasciatevi baciare dal sole da Luigi ai Faraglioni, all’ombra di questi immensi e secolari scogli, dove l’acqua cristallina invita a nuotare (e dove, per chi bada alla pace dei sensi e della pancia, si mangiano delle tagliatelle all’astice davvero super).
Ovviamente non perdetevi Anema&Core: almeno una volta nella vita bisogna andarci e, se si è a Capri, non ci si può esimere. E se poi volete apprezzare l’ospitalità caprese, allora per cena prenotate un tavolo al Caprì, magari vista golfo di Napoli. Li c’è il personaggio a me più caro e sicuramente più bizzarro (in senso positivo) di tutta l’isola: Franco. Lui non serve, vi accoglie e vi trascina in un viaggio che dura una serata; ed è travolgente, con la sua simpatia.
Capri per me è questo e molto altro, quel molto altro che le parole non riescono a descrivere, ma che il cuore può sentire… il vostro cuore…magari in una notte di giugno o settembre, quando l’isola non è ancora traccheggiante e quando il rumore delle onde è musica….
(Testo e foto di Sabino Sernia)