Natale

Amo il Natale, nonostante il dolore delle assenze

Questo è un articolo personale, di quelli che probabilmente nessuno andrà a leggere ma che io scrivo più per me stessa che per altri. A volte neanche premo il tasto “pubblica”, altre volte lo faccio per poterlo poi andare a rileggere io a distanza di tempo. Che poi il mio è un blog di viaggi, non un diario personale, eppure ogni tanto scrivo tanto per scrivere. E ci sta.
Io amo il Natale. Ecco di cosa voglio parlare.

Amo il natale da sempre, da quando ero bambina, dalla foto di quel mio primo natale in cui tutta pacioccosa me ne stavo sotto l’albero come se fossi un dono. O forse lo ero, perché si sa, per i genitori, non esiste nulla di più prezioso dei figli. O, per lo meno, per i miei è sempre stato così, e ce l’hanno sempre dimostrato.

Sono una persona fortunata, e ne sono consapevole. Ho vissuto una vita piena d’amore.

Amo il Natale e ricordo quando da bambini andavamo con i miei genitori a scegliere un albero grande fino al soffitto, lo portavamo a casa e lo decoravamo tutti insieme. Mio padre metteva sempre i cd con le musiche natalizie ed iniziava la festa. Riempivamo l’albero di palline colorate e mille luci e preparavamo il presepe.

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Ogni giorno tornavamo a guardare se sotto l’albero comparivano dei pacchetti regali ed era un emozione quando scoprivamo nuovi pacchi. Correvamo urlando per casa, io e mio fratello, per avvertire i miei genitori che Babbo Natale era passato! Lo facevamo anche quando oramai sapevamo che Babbo Natale non esisteva 🙂

I pacchi arrivavano un po’ per volta ed erano senza nomi. Noi curiosissimi li osservavamo cercando di indovinare cosa ci fosse dentro. Io spesso ci riuscivo e mia madre ogni volta mi proibiva di toccare i pacchi, altrimenti rovinavo la sorpresa!

Avevamo decine di regali ciascuno, non perché fossimo viziati o straricchi. Semplicemente perché mia madre amava vedere i nostri visini curiosi e divertiti e impacchettava qualsiasi cosa: pacchi di patatine, biancheria intima, scontrini di cose già comprate, a volte anche disegni (che mio padre preparava al pc) quando un regalo ci veniva consegnato in anticipo!

Il mio Natale è stato così per tanti anni, non solo quando ero bambina. I miei genitori sono riusciti a conservare in noi anche da adulti quella gioia di vivere e quella capacità di trovare la felicità nelle piccole cose tipica dei bambini. Sono fortunata, l’ho già detto e lo ripeto. Ho una famiglia che amo alla follia e che non cambierei per nulla al mondo.

Quando da adulta ho iniziato ad amare la fotografia, proprio come il mio papà, andavamo insieme in giro per la città a fotografare le luci di Natale. Erano momenti bellissimi, solo nostri. Passeggiavamo e ci fermavamo davanti ad ogni vetrina illuminata, ad ogni alberello addobbato per strada, scattando migliaia di foto.

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Poi la malattia. E ancora, per fortuna, altri Natali insieme, ancora mille foto di lucine colorate. Io lontana da casa, correvo ogni volta che potevo dalla mia famiglia. Ed ero lì ad ogni Immacolata per preparare l’albero e tutti i Natali a ripetere il rito dello scarto dei regali. E ancora foto. A volte le riguardo. E mi fermo ad osservare i nostri sorrisi felici. Nonostante le difficoltà e, a volte, il dolore.

Poi le cose sono cambiate ancora. E, di alcuni sorrisi, restano solo le foto ed i ricordi nel cuore.
Non posso più fotografare le luci di Natale con mio padre. Ma lo porto con me in ogni mio scatto.

Non abbiamo più fatto l’albero di Natale a casa dei miei genitori. Restano solo piccoli addobbi nella mia stanza ed in quella di mio fratello. La casa è spesso silenziosa e non apriamo più i regali di Natale tra mille risate come qualche anno fa.

Ci sono mancanze che fanno male soprattutto durante le feste. Ci sono dolori che si fanno più intensi ed assenze sempre più presenti. E pesanti.

Io amo il Natale. Lo amo anche oggi, nonostante nel mio cuore ci sia una ferita sempre aperta.
Ma amo il Natale per tutti i ricordi che porta con sé, per quel misto di felicità e malinconia sottolienato dalle luci per le strade e dalla pioggia.

Amo il Natale perché sono fortunata. Perché la felicità che ho provato con la mia famiglia mi accompagnerà per il resto dei miei giorni.

Non ho fatto l’albero di Natale per 3 anni neanche a Roma. C’era qualcosa in me che mi bloccava. Quest’anno a casa mia è acceso uno splendido alberello, non enorme come quando ero bambina, ma carico di palline rosse e dorate, di luci e di tanto amore.

Perché sono fortunata anche ora. Ho una splendida famiglia dietro di me, e una splendida famiglia davanti a me. Perché tutto ciò che conta è l’immenso amore che abbiamo intorno.

Ed io sono fortunata, perché sono piena di questo amore. Ed amo il Natale.

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4 commenti

  1. Lucia mi hai fatto emozionare!! Ogni tanto credo sia normale scrivere post personali, sia per noi perchè un giorno li andremo a rileggere e sia per i nostri lettori per farci conoscere meglio. Non è facile sbloccare queste emozioni ma una volta che cominci a scrivere è tutto un fluire che non puoi fermare.
    Grazie per questo post 🙂

    • Grazie a te. Si, io scrivo spesso delle mie emozioni in viaggio ma poche altre volte ho scritto davvero qualcosa di mio.
      Però in fondo vivo il blog come uno spazio personale e scrivere a volte serve anche un po’ ad “allegerirsi”, quindi va bene così.
      Grazie per il tuo commento 🙂

  2. Amo come te il Natale ma da troppi anni non ho nessuno con cui condividerlo. Nessuno. Addobbi la
    casa e stai ad aspettare fratelli, nipoti ,parenti che non arriveranno mai. Quelli che ti amavano sono morti, tuo marito ha il cancro e fratelli e nipoti ti hanno lasciata sola. Il mio libretto degli assegni non era sufficiente a dimostrare il mio affetto. Amo ed odio il natale.

    • Mi dispiace tantissimo per questa tua esperienza. Capisco la sofferenza di sentirsi da soli, nonostante non l’abbia mai provata. Il dolore per chi non c’è più purtroppo cresce di anno in anno…non è vero che poi passa, non è vero neanche un po’. Io piango ancora quando ripenso a mio padre. Quello che cambia è che ora riesco a parlarne mentre anni fa per me era meglio non nominarlo mai. Ma fa ancora male. La mia fortuna è che ho una famiglia che cresce e che rende tutto più sopportabile. Ti abbraccio forte e se hai bisogno di chiacchierare, scrivimi pure, ti leggerò e risponderò con piacere!

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