Il Museo delle Navi Romane di Nemi è una piccola ed affascinante esposizione che, racchiusa in una grande ed altissima struttura (già di suo molto suggestiva) racconta la storia della navigazione nei secoli scorsi, con particolare approfondimento sull’epoca romana, attraverso reperti storici ritrovati nel vicino lago di Nemi e ricostruzioni di imbarcazioni antiche. Il museo è veramente interessante, sopratutto per gli appassionati di storia e di archeologia, ma è una valida scelta anche per chi ha voglia di trascorrere un’ora di tempo durante la propria visita ai Castelli Romani (che vi ricordo essere a meno di 1 ora di distanza da Roma, quindi un’ottima idea per una gita fuori porta!).
Museo delle Navi Romane di Nemi
Storia del Museo delle Navi Romane
Il Museo delle Navi Romane è stato inaugurato nel 1990, ma le radici della sua collezione risalgono agli scavi avvenuti negli anni ’20 del Novecento e al ritrovamento, in epoca ancora precedente di due navi sul fondale del Lago di Nemi, recuperate però solo secoli dopo, nonostante i diversi tentativi effettuati.
Il primo tentativo di recupero delle navi sul lago di Nemi risale al 1446, voluto dal cardinale Prospero Colonna, il quale incaricò Leon Battista Alberti di condurre l’operazione. Alberti coinvolse nuotatori genovesi per esplorare la nave più vicina, ma il tentativo si rivelò infruttuoso, con il danneggiamento dell’imbarcazione.
Un secondo tentativo avvenne nel 1535 per iniziativa di Francesco De Marchi, che utilizzò una campana per immergersi e valutare la nave. Nonostante il legno fosse ben conservato grazie al fango, i tentativi di sollevarla fallirono.
Numerosi saccheggi da parte di pescatori seguirono, così come sono documentati da Padre Casimiro. Nel 1827, Annesio Fusconi tentò nuovamente il recupero con una campana più grande, ma anche questa volta non si ottenne il risultato sperato.
Il quarto tentativo si svolse nel 1895, con il supporto della famiglia Orsini e dello Stato. Un palombaro recuperò diversi reperti dalla nave più vicina, ma i tempi non erano ancora propizi per un recupero completo.
Nel 1926 si tornò a discutere del recupero delle navi, e nel 1927 Mussolini annunciò l’intenzione di svuotare parzialmente il lago di Nemi per riportare alla luce le navi romane. Dopo lavori di sistemazione dell’antico emissario etrusco, il 20 ottobre 1928 venne attivato un impianto idrovoro. Il 28 marzo 1929, le strutture della prima nave riemersero, seguite dalla seconda, entrambe destinate a essere esposte nel Museo delle Navi Romane.
Queste navi, databili al I secolo d.C., erano associate all’imperatore Caligola, il quale utilizzava il lago come scenario per le sue celebrazioni e giochi, sebbene in pochi abbiano mai parlato delle presenza di navi imperiali nel lago di Nemi
Le navi ritrovate, Un’imbarcazione di grandi dimensioni e una più piccola, sono testimonianze uniche della tecnologia e dell’ingegneria navale romana. La nave più grande, conosciuta come “Nave di Nemi”, ha una lunghezza di circa 70 metri ed era dotata di una serie di stanze, tra cui una dedicata ai banchetti. Le navi erano ornate con decorazioni e raffinatezza che riflettevano il lusso dell’epoca imperiale.
Purtroppo il museo è stato vittima, nel 1944, di un incendio devastante, causato da un vicino bombardamento, che ha distrutto gran parte della collezione fino a quel momento raccolta e che ha portato all’esigenza di creare delle copie (in modello 1 a 5), in modo da raccontare, nel dettaglio migliore possibile, l’epoca storica dell’Impero Romano e la loro grande esperienza navale.
Esposizione attuale
La particolarità di questo museo, oltre alla sua lunga storia, è che la struttura è stata realizzata in previsione di ciò che doveva ospitare e la soluzione architettonica che ne è risultata è davvero interessante: un doppio hangar delle dimensioni esatte delle due navi estratte dal lago. Oggi, considerando che i modellini sono di grandezza inferiore, ai lati sono state poste diverse teche con ulteriori ritrovamenti di epoca romana, tra cui attrezzature nautiche ed oggetti di uso quotidiano, oltre ad una serie di sculture.
In un’ala del museo sono inoltre conservati reperti che illustrano la fase di popolamento del territorio albano in età repubblicana e imperiale, con particolare riguardo ai luoghi di culto.
Molto bella anche la presenza di una antica strada romana, lasciata “scoperta” rispetto alla pavimentazione museale e che sembra condurre idealmente fuori dalla struttura, dove, rispetto alla strada asfaltata, si è presa la decisione di interromperla riportando alla luce l’antico tratto stradale.
Dal 2014 il Museo è proprietà del Ministero per i beni e le attività culturali che lo gestisce tramite il Polo museale del Lazio.
Informazioni utili per visitare il Museo delle Navi Romane di Nemi
Non è necessaria la prenotazione, tranne che nel caso di scolaresche o gruppi numerosi.
E’ possibile acquistare anche un biglietto comulativa, denominato Circuito Palestrina, dal costo (intero) di 12€ e dalla validità di 30 giorni, che consente anche l’accesso al Museo Archeologico Nazionale Prenestino, Santuario della Fortuna Primigenia e Complesso degli Edifici del Foro di Praeneste.
Per maggiori informazioni vi consiglio di visitare il sito ufficiale.
Piccola nota: nonostante il museo mi sia piaciuto molto, penso che potrebbe essere valorizzato maggiormente e spero che la ristrutturazione, al momento in corso, lavori anche in tal senso. Ad esempio l’illuminazione è un po’ scarsa e se si visita la sera, quando non c’è luce naturale proveniente dall’esterno attraverso le grandi finestre, alcuni reperti laterali sembrano quasi relegati in un angolo, con poca enfasi alla loro importanza.
Se volete vedere più immagini vi lascio il link della mia galleria fotografica.
Cosa vedere nei dintorni
A poca distanza dal Museo delle Navi Romane di Nemi, a circa 30 minuti di distanza, vi consiglio di visitare:
- Nemi
- Albano
- Ariccia
- Castel Gandolfo
- Marino
- Grottaferrata
- Frascati
- Velletri
- Lariano
- Rocca di Papa
- Rocca Priora
- Genzano
- Lanuvio
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