Ponte Rotto

Il Ponte Emilio, oramai conosciuto come Ponte Rotto, fu uno dei primi ponti in muratura dell’antica Roma, probabilmente il più lungo, del quale resta ora una sola arcata situata nei pressi dall’Isola Tiberina e del Foro Boario.

Ponte Rotto nella storia

Ponte Rotto fu costruito la prima volta intorno al 241 a.C. ma fu un ponte “sfortunato”: nel corso dei secoli venne più volte distrutto dall’impeto delle acque del Tevere, che scorrono oblique rispetto ai pilastri del ponte, e più volte ricostruito e rinominato, a seconda dell’imperatore che ne finanziava il restauro.
Tra le ristrutturazioni con firme importanti possiamo ricordare quella del 1500 su progetto di Michelangelo, durata pochi anni a causa di un terribile alluvione.
L’ultimo crollo, alla fine del 1500, convinse tutti dell’impossibilità di utilizzare Ponte Rotto per congiungere le due sponde del Tevere, e, per due secoli, la parte di ponte rimasta ancorata alla riva destra venne utilizzata come giardino pensile, fino a quando non fu troppo evidente l’instabilità del ponte e la conseguente pericolosità nel renderlo percorribile.

Ponte Rotto oggi

Oggi resta solo una arcata di Ponte Rotto, coperto dalla vegetazione spontanea che emerge dalle numerose crepe, con ben in vista un drago, lo stemma di famiglia di Papa Gregorio XII e l’iscrizione “Per volere di papa Gregorio XIII il Comune di Roma nell’anno giubilare 1575 restituì alla primitiva robustezza e bellezza il Ponte Senatorio, i cui fornici, caduti per l’antichità e già in precedenza restaurati, l’impeto del fiume aveva nuovamente abbattuto”.
Nel 1994 venne realizzato uno sbarramento subacqueo per ridurre l’impatto della corrente dal lato di Ponte Cestio.

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