chi sarò

Chi sarò quando sarà tutto finito?

Sono seduta sul letto e osservo mia figlia dormire mentre cerco di raccogliere le idee per scrivere qualcosa di sensato sul mio blog. Non sono ancora riuscita a parlare di viaggi, nonostante il mio proposito.

Riesco solo a pensare. E provo a concretizzare i miei sentimenti scrivendoli.

Chissà cosa ricorderemo domani di questi giorni… se ci resterà incollata addosso questa sensazione così strana o se rimarrà solo un pensiero vago e lontano, come di un qualcosa che non si sa se si è vissuta nella realtà o solo nei nostri sogni.
Chissà cosa racconteremo ai nostri figli.

I miei sono troppo piccoli ora per capire cosa stiamo vivendo. Il grande percepisce la particolarità della situazione ma non le motivazioni. Sa che non possiamo uscire e non se ne fa un grosso problema. Parla al futuro delle mete che vorrebbe raggiungere…il mare…i nonni… ma resta serenamente a giocare in casa come se nulla fosse.

La piccola, quella che ora dorme nella culla accanto a me, è così piccola da aver solo bisogno di respirarmi, e, ora più che mai, io ho bisogno di respirare lei. Mi soffermo a perdermi nei suoi occhi, ad accarezzare le sue guance paffute, ad odorare la sua pelle che sa di latte e di sapone. Lei mi trasporta in un modo parallelo dove c’è spazio solo per serenità e sorrisi.

E poi ascolto mio figlio cantare, adora farlo. Ora intona La Gatta, uno dei suoi motivi preferiti. Sbaglia qualche parola. Ma è perfetto. Lo osservo mentre gioca, mentre parla con i suoi pupazzi, finge di cullarli come faccio io con la sorellina, li mette a dormire e viene da me, ad avvisarmi di parlare a bassa voce, per evitare di svegliarli.

Chissà quando usciremo di nuovo e riabbracceremo i nostri amici e i nostri parenti cosa penserà di tutto questo tempo trascorso solo noi, di questo universo speciale e felice che, per fortuna, siamo riusciti a creare.

Me lo chiedo spesso. E mi chiedo anche chi sarò e cosa penserò io. In che direzione andrò. Se sarò la stessa di ieri. O la stessa di oggi. Perchè per ora sono due persone diverse.

Foto Pixabay

“Quando l’epidemia finirà, non è da escludere che ci sia chi non vorrà tornare alla sua vita precedente. Chi, potendo, lascerà un posto di lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso. Chi deciderà di abbandonare la famiglia, di dire addio al coniuge o al partner. Di mettere al mondo un figlio o di non volerefigli. Di fare coming out. Ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di credere in lui.” (David Grossman)
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1 Commento

  1. Bello.. io ho scritto tanto nella prima fase sulla pandemia, ho scritto entusiasta delle vacanze bellissime, sebbene in mete diverse da quelle che avrei voluto, ma ora… sono un po’ senza parole. Da un lato temo il tornare alla normalità, come se mi sentissi ancora meno adeguata di prima, perché in fondo la pandemia mi ha fornito la giustificazione nel restare nella tana..e non sentire lo spreco, perché tutto il mondo è nella tana.. mah

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