Fu così che una mattina di metà novembre, mentre ero a casa dei miei, una certa Lucia di Mondovagando mi contatta per chiedermi se voglio essere la sua inviata a un blogtour che si sta organizzando i primi giorni di dicembre in un paese della provincia di Catanzaro. Credo che se mi avessero invitata altrove non avrei avuto la stessa reazione. Mi invita ad andare a Miglierina, ci credi?
Ma sai perché ero euforica? Un paio di giorni prima avevo scoperto l’esistenza di alcuni resti di mulini ad acqua sul fiume Amato, e avevo chiesto a mia cugina, che vive a Tiriolo, se in primavera avremmo organizzato un pranzo all’aperto in questi luoghi.
Chi l’avrebbe mai detto che questa visita sarebbe stata anticipata nell’arco di quindici giorni? Non avendo nessuna informazione sul programma, speravo vivamente in una visita ai mulini. Ma la cosa ancora più strana è che nella ricerca sui mulini sono capitata per caso nella pagina dedicata ai Borghi Autentici, e leggendo qua e là, avevo preventivato una visita da fare per la valorizzazione della provincia e del territorio calabrese. Sono di Catanzaro, conosco molti paesi della provincia, Tiriolo, Serrastretta, San Pietro Apostolo, ma Miglierina non l’avevo mai visitata nonostante l’abbia spesso sentita nominare.
E poi è la prima volta che partecipo ad un blogtour, il mio blog ha poco più di un mese e non puoi immaginare le emozioni che ho provato prima, durante, e soprattutto dopo.
Miglierina: il territorio
Miglierina si trova al centro dell’Istmo di Catanzaro, a metà strada tra il capoluogo calabrese e Lamezia Terme. È raggiungibile in circa 20 minuti dall’aeroporto o dalla stazione di Lamezia Terme e il comune garantisce agli ospiti il servizio navetta. Da qui, salendo sul Monte Portella, è possibile ammirare i due mari, lo Jonio e il Tirreno, e se il tempo lo permette è possibile vedere anche l’Etna e le Isole Eolie. Se poi ci vai quando il sole sta calando su Stromboli e Vulcano, vedrai un tramonto mozzafiato. È stato uno dei più bei tramonti che abbia mai visto in vita mia.
Miglierina #comeacasa
Sarò di parte, ma io a Miglierina mi sono sentita a casa, proprio come vogliono farci sentire: Miglierina come a casa, Miglierina being at home.
Per arrivare a destinazione, a differenza degli altri blogger che hanno preso l’aereo, ho viaggiato con l’autobus dei “pendolari”, pienissimo di ragazzi che dalla città rientrano nei loro paesi dopo scuola. Ho trascorso tutto il tempo a guardare fuori dal finestrino, ad ammirare quei panorami per me sconosciuti, mentre loro urlavano e giocavano. Arrivata a Miglierina chiedo all’autista dove può farmi scendere: mi lascia nella piazzetta e una ragazzina si offre volontaria di accompagnarmi, non sa neanche lei dove, e guardando il mio trolley mi chiede che sono venuta a fare, perché “qui non c’è niente!”. La mia risposta? “Sono venuta a trovare la scintilla, per innamorarmi di Miglierina, lasciarle un pezzo del mio cuore, e tornarci quando ne sento la mancanza.”
Un po’ le do ragione. Non ci sono negozi, non c’è un cinema o qualsiasi altro divertimento per ragazzi. Per qualsiasi cosa devono spostarsi a Catanzaro, Lamezia Terme o nei comuni un po’ più grandi. Mi chiedo cosa facciano qui, questi ragazzi che rientrano da scuola. Mi accompagna presso Il Miglio e qui trovo alcuni blogger arrivati da poco. Il tempo di lasciare il trolley in camera, e sono già fuori, pronta ad esplorare questo borgo.
Qui la rete 3 prende a tratti, ed è una buona occasione per trascorrere un paio di giorni fuori dal mondo, senza internet e chiamate. E poi è come piace a me: io, la macchina fotografica e centinaia di foto da scattare, senza freni e senza fretta.
Per le vie del borgo
Un brunch al Bar Guzzi, quattro chiacchiere e mi perdo tra le vie del Paese. Mi soffermo ad ammirare la Chiesa di Santa Maria del Principio, oggi chiamata Chiesa del Rosario, che risale al 1600 e in cui si possono ammirare le opere dei Mastri Miglierinesi e dei “babbari”. A questi Mastri, che con le loro opere hanno abbellito e decorato, non solo le chiese di Miglierina, ma anche quella di Tiriolo e altre della provincia, è stata anche dedicata una via, per continuare a tenere viva la memoria nei residenti e nei visitatori.
L’altra chiesa, dedicata a Santa Lucia, protettrice del borgo, è stata eretta a Parrocchia nel 1649. È la principale chiesa del paese e al suo interno vi è come reliquia un osso della Santa. A lei è dedicata la “tredicina” e il 13 dicembre la statua viene portata in processione. Viene acceso anche il fuoco in suo onore.
Miglierina: la gente del luogo
A Miglierina vivono 800 persone, nelle prime ore trascorse qui ne avrò incontrate una decina. Trascorro quasi un’oretta a parlare con loro, mi raccontano la loro vita vissuta, cosa manca e soprattutto cos’è che fa restare i miglierinesi qui, e la loro voglia di far rivivere questo piccolo borgo.
Ed è quello che mi ha sottolineato anche Gianluca, che si occupa dell’albergo diffuso gestito dalla cooperativa “Il Miglio”, e che ogni camera, o meglio “casa” ricorda i vecchi proprietari che le hanno abitate (io, ad esempio, sono stata ospitata nella “Casa dei Santulli”).
Ci lamentiamo sempre dei nostri luoghi, preferiamo sempre andare altrove e non ci rendiamo conto che questi sono la nostra vera identità, i luoghi del cuore. Miglierina in questo ci offre tutto, e quello che per noi è “niente”, per chi non la conosce, può essere “tanto”.
Azienda Scalise
In questo borgo rurale, dove sembra che il tempo si sia fermato, vivi nel passato, nel presente e nel futuro. Le nuove generazioni, i ragazzi che decidono di rimanere nella loro terra, si occupano con grande passione delle terre dei loro padri, e prima ancora, dei loro nonni. L’Azienda Scalise ne è un esempio con i suoi 45 ettari di terreno, ed è presente sul territorio da tre generazioni. Durante la visita abbiamo assistito alla trebbiatura, alla fresatura, alla semina delle fave, e alla raccolta di verdura e frutta di stagione.
Ma lo sono anche i nipoti di Nonno Antonio e Nonna Peppina, con i loro occhi e il loro cuore pieni di orgoglio nei loro confronti. La nonna ci insegna come fare il formaggio, la ricotta e la ‘mpanata come facevano gli antichi. Siamo in un vecchio casolare immerso tra le montagne miglierinesi, nonno Antonio ha una poltrona rossa dove trascorre le sue giornate ad ammirare quella che è la sua terra; nonostante l’età avanzata, vuole ancora tornare qui perché è qui la sua vita, una vita trascorsa a occuparsi delle sue capre. Come dargli torto davanti a tanta bellezza? Ci ammalia con il suo organetto, gira il capo qua e la con fare orgoglioso mentre lo suona.
Le tradizioni
La fisarmonica e l’organetto sono strumenti che stanno un po’ scomparendo qui in Calabria. È raro conoscere qualcuno che li sappia suonare, a meno che non vai in borghi come Miglierina dove si vuole preservare la tradizione.
Il piccolo Domenico sa suonare l’organetto, a mio dire è bravissimo, la sua tarantella è talmente bella che non riesco a limitarmi a osservare come fanno gli altri. Come ho detto, qui mi sento a casa, e con le tre fanciulle che indossano l’abito da “pacchiana” iniziamo a ballare, perché la tarantella scorre nelle nostre vene, è la nostra cultura popolare (grazie alla Pro Loco per questo intrattenimento folkloristico).
Artigianato nel passato e nel futuro
Miglierina ci porta soprattutto a riscoprire le tradizioni del passato e a conoscere l’artigianato digitale di I-Share, un laboratorio di arte e scultura grazie all’utilizzo di stampanti 3D.
Nell’arco di 300 metri puoi vedere un presepe stampato in 3D dai makers, i nuovi artigiani del futuro, per poi restare ammaliati dalle mani “fatate” della signora Antonella che tessono al telaio. Ci mostra l’album di una volta che contiene tutti i modelli da seguire quando ancora non esistevano le riviste e i fogli stampati da cui prendere spunto. Le signore lo tenevano con cura per poterlo tramandare a chi voleva imparare a ricamare con il tombolo o all’uncinetto.
Lavorare al telaio di legno è una tradizione calabrese che stava per scomparire da Miglierina, e il comune ha deciso anni fa di realizzare una cooperativa per poter mantenere in vita il lavoro femminile di un tempo. Sono in poche a utilizzarlo, imparare a tessere al telaio non è così semplice, ci vogliono tre persone per organizzarlo, e ancor prima bisogna preparare l’ordito.
Miglierina attiva: trekking e cicloturismo
Per gli appassionati di trekking e mountain bike consiglio la visita ai resti dei mulini ad acqua che sono presenti lungo il fiume Amato e che furono costruiti intorno al 1600. Il comune di Miglierina ha predisposto un’area pic nic con tanto di barbecue presso il mulino che un tempo appartenne alla famiglia Bruni.
Tradizione, storia, ambiente e innovazione: questa è Miglierina!
Io ho trovato la famosa “scintilla”, a distanza di 10 giorni il mio pensiero è ancora lì. Miglierina e Lucia sono state la mia “manna caduta dal cielo”.
(Testo e foto di Maria Rita Aloi – Jamaluca Travel Blog)
Non conoscevo Migliierina. Mi sembra uno di quei luoghi in cui si arriva e subito ci si sente a proprio agio, rilassati. L’azienda Scalise ne è proprio la dimostrazione.. quanti bei prodotti!!
Si, è vero Roberta, i borghi autentici hanno proprio questa caratteristica. Arrivi e ti senti #comeacasa. 🙂