Lisbona: Le meraviglie di Belem

Giorno 1 (20 Febbraio 2015)

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Oggi finalmente si parte. Dopo aver letto così tanto di Lisbona non vedo l’ora di vederla. Il nostro aereo parte alle 7:30 da Ciampino, abbiamo prenotato un parcheggio lowcost lì vicino così non abbiamo nessun problema di trasporto. Arriviamo con calma in aeroporto, giusto il tempo per fare colazione con cornetto e caffè ed imbarcarci. L’aereo parte ed atterra in orario. L’aeroporto di Lisbona è davvero bello e sembra piuttosto moderno. Al punto informazioni (nella zona arrivi) compriamo la Lisboa Card che ci servirà non solo per i musei ma anche per il viaggio da/per aeroporto a/da centro città. Con la metro in circa 30 minuti siamo alla fermata più vicina al nostro hotel, Rossio, una delle piazze principali e più centrali della città. L’hotel è davvero a due passi: la posizione è ottima, speriamo solo che sia pulito e silenzioso. La nostra camera è piccolina ma gradevole. Tra l’altro stanno ristrutturando ed è stata riverniciata da poco quindi è anche pulita. Il bagno è funzionale ed anch’esso pulito. La stanza affaccia su una strada semipedonale quindi non dovrebbe esser chiassosa (in effetti scopriremo che si sta piuttosto bene).

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Dopo esserci velocemente rinfrescati, usciamo con l’intenzione di prendere la metro e poi il trenino per Belem, un quartiere leggermente decentrato che vogliamo visitare come prima meta. Arrivati in piazza vediamo però un tram che va proprio in direzione Belem. Decidiamo di prenderlo.

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Ottima scelta: rispetto alla metro riusciamo così ad osservare il paesaggio che ci circonda, vedendo per la prima (di ennemila) volta il ponte del 25 Aprile (molto simile al famoso Golden Gate di San Francisco). Il tram è un po’ lento, ma siamo in vacanza, non abbiamo fretta!

g1-3Scendiamo dal Tram proprio davanti al parco Alfonso de Albuquerque, che attraversiamo in direzione Giardini di Oltremare, la nostra prima tappa. Si tratta di un parco con alberi tropicali, laghetti, pavoni ed una zona giapponese, con ponticelli e costruzioni tipiche. Una passeggiata di una ventina di minuti piuttosto gradevole, immersi nel verde e nella pace dovuta alla totale assenza di turisti.

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Poiché è ora di pranzo, decidiamo di provare il luogo forse più famoso di Lisbona, la pasticceria che tutti ci hanno consigliato di provare: Pasteis di Belem, dove sono stati inventati i pasticcini omonimi (chiamati anche Pasteis de Nata), uno dei piatti da non perdere a Lisbona. Eccezionali. Li consumiamo, insieme ad altri piatti salati, comodamente seduti ad un tavolinetto in una delle sale maiolicate. Una esperienza da fare.

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Dopo pranzo, visitiamo il Monastero dos Jeronimos, una chiesa realizzata per celebrare il ritorno di Vasco de Gama dal viaggio in India, in uno stile tardo gotico molto sontuoso e ricco di particolari, che ospita le spoglie del navigatore stesso oltre che dello scrittore Fernando Pessoa. Molto belli gli interni e l’ampio chiostro.

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Dello stesso stile, poco distante dal Monastero, visitiamo la Torre di Belem, entrambi Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Il cielo non è completamente sgombro da nuvole, e la luce che irradia il monumento è davvero particolare. Il fiume (che circonda completamente la struttura, collegata alla terraferma da un ponticello in legno) è mosso, i marciapiedi circostanti completamente bagnati e la Torre si rispecchia in queste pozzanghere d’acqua. Il sole si nasconde dietro alcune nuvole e ne fuoriescono solo piccoli ed intraprendenti raggi. Abbiamo la sensazione che già da sola questa vista merita il viaggio a Lisbona.
Certo, il fiume in piena non facilita l’ingresso alla Torre (io in pratica vengo totalmente bagnata da un’onda). Ne vale però la pena. Si sale fino alla terrazza più alta, da cui si gode di una bellissima vista sul Ponte 25 Aprile e sul Tago, complice anche l’inizio di un tramonto e i gabbiani che volano e si posano a riposare sui bastioni della torre.

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Dopo mille foto da altrettante angolature, panoramiche e dettagli, usciamo e continuiamo il servizio fotografico della Torre dall’esterno. Ci fermiamo, oltre che ad ammirare il panorama, anche a consumare altri due Pasteis presi a portar via dopo il pranzo.

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L’ultima tappa nel quartiere di Belem è il Monumento alle Scoperte, una scultura (nonché una torre su cui è possibile salire ma che noi troviamo chiusa) che rappresenta i vari esploratori rivolti simbolicamente verso il Tago. Nel centro della piazza è disegnata la cartina del mondo con evidenziate le varie colonie portoghesi, che sono davvero tante e sparse un po’ per il mondo, anche in zone davvero remote. Peccato pensare che ora il Portogallo stia risentendo oggi così tanto della crisi economica europea.

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Riprendiamo il tram e torniamo un po’ in hotel. Ho mal di testa e spero che riposando un po’ riesca poi a godere pienamente della serata. Unico problema è che in stanza non riusciamo a far funzionare l’aria calda e fa piuttosto freddo. Solo dopo l’intervento della ragazza della reception (non troppo gentile a dir la verità) riusciamo ad accendere il condizionatore. Ad ogni modo dopo un’oretta decidiamo di uscir nuovamente. Cerchiamo un posto dove cenare che sia in zona, dato che siamo in centro e quindi i locali non mancano e che tutto sommato è più comodo poter tornare in hotel in poco tempo, dopo cena. Con l’ausilio di tripadvisor troviamo un ristorante che si trova proprio accanto al nostro hotel: Dois Arcos. Cucina tradizionale portoghese e clima familiare. Non male come primo assaggio di piatti tipici a base di Bacalhau.

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Dopo cena, ben satolli, preferiamo passeggiare un po’ e provare a digerire qualcosa prima di tornare in hotel. Non fa molto freddo, i vicoli illuminati sono davvero piacevoli e scopriamo di li a pochi passi, alcune stradine piene di locali, negozietti di souvenir e persone che passeggiano. Unico neo: i venditori di erba e simili ad ogni passo. Per fortuna non troppo insistenti, basta rispondere con un no deciso a tutte le loro offerte e cambiano target. Beviamo una bicchiere di Ginjinha, il liquore tipico di Lisbona alle amarene, da Ginjinha Sem Rival, uno dei bar più famosi per bere un po’ di liquore, insieme al vicino A Ginjinha che purtroppo non siamo riusciti a provare (era chiuso negli orari in cui noi volevamo farci un bicchierino). Passeggiamo ancora un po’, entriamo in qualche negozietto anche se rimandiamo lo shopping ai prossimo giorni, restiamo colpiti dalla bellezza di alcuni palazzi elegantissimi e completamente illuminati. Tra questi quello dell’Hard Rock Cafè, di alcuni hotel (in uno spunta anche un fantastico giardino terrazzato) e dello Sturbucks. Sopra ogni cosa, restiamo a bocca aperta, osservando il castello che pieno di luce e dal colle su cui sorge, domina la parte bassa della città.
Con queste immagini negli occhi ed i panorami di Lisbona già dentro al cuore, ci ritiriamo nel nostro albergo e ci mettiamo a dormire.

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– ritorna all’itinerario con i link alle varie tappe del viaggio-

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