“Siete proprio sicuri che un pavimento non possa essere anche un soffitto?”
Escher è un visionario. Un artista fuori da ogni regola. Una mente geniale che non può essere catalogata in nessuna definizione standard. Mauritius Cornelius Escher è semplicemente Escher.
I suoi disegni sono dei veri deliri. Illusioni ottiche continue create da sapienti linee e dall’intervallarsi di colori che coinvolgono l’osservatore ipnotizzandolo davanti ai quadri.
Per Escher nulla è impossibile. Il pavimento diventa il soffitto, pur senza smettere di essere un pavimento, puoi salire o scendere le scale a seconda dell’angolazione che utilizzi per osservare il disegno, gli archi si intersecano in nastri di Mobius, gli spazi sono tutto ed il contrario di tutto, le forme, tipicamente animali, assumono un aspetto differente in base agli occhi di chi le guarda. Tu stai li e ti chiedi se stai guardando un pesce o un uccello. Ma non esiste una risposta corretta. Continui a seguir le linee e ad osservare con attenzione le forme, fino a che ad un certo punto non sai più se quella che guardi è la realtà o se sei stato proiettato in un mondo onirico, di fantascienza, quasi come se fossi il protagonista di un videogioco anni 70, in cui tutto ed il contrario di tutto sono ugualmente possibili. Perché il punto secondo me è proprio questo. Escher non capovolge la realtà. Sarebbe semplice immaginare un mondo in cui si cammina a testa in giù. Escher piuttosto la stravolge, dandoti la sensazione che i sensi di marcia siano equivalenti, che può esistere un mondo in cui soffitto e pavimento non sono invertiti, bensì coincidono o si alternano senza un motivo preciso, un mondo in cui le prospettive non sono più quelle a cui noi siamo abituati, l’alto ed il basso, la destra e la sinistra, il sotto ed il sopra, perdono di significato fino ad arrivare alla conclusione che ordine e caos possono convivere serenamente senza creare sensi di opposizione.
Oltre al suo ingegno, che sconfina (nel senso migliore del termine) nella follia, Escher usa concetti di matematica e di geometria in molte delle sue opere. Le serie numeriche, ad esempio, sono perfettamente rappresentate dal susseguirsi preciso di figure di dimensioni sempre crescenti (o decrescenti? Con Escher non si può mai dire!).
“Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungeranno l’impossibile”
La mostra mi è piaciuta, credo sia già evidente da quanto scritto finora. Mi è piaciuta talmente tanto da poter affermare che Escher sia stata una dell’esperienze artistiche più piacevoli vissute finora.
Non vi descrivo le tante opere esposte (delle quali non ho neanche foto, essendo proibite per il diritto d’immagine della mostra), anche perché non credo che nozioni di ordine tecnico possano descrivere disegni così surreali e particolari. Bisogna osservarli di persona e lasciarsi trasportare nel suo mondo immaginario.
Il complesso, il Chiostro del Bramante, è stato un degno scenario per l’esposizione.
Molto utile, secondo me, l’audio-guida inclusa nel biglietto d’ingresso che ti consente di approfondire la conoscenza sui disegni di maggior rilievo e sulla vita dell’artista, a tuo completo piacimento ed interesse. Carini anche i giochi interattivi, soprattutto in presenza di bambini (e credo che questa mostra sia interessante e non noiosa anche per loro) che spiegano con semplicità i principi elementari su cui si basano le opere di Escher.
Solo un consiglio: la mostra è – come è giusto che sia – frequentatissima e le file possono superare anche l’ora di attesa. Se prenotate il biglietto online, saltate completamente ogni attesa, e avete diritto ad accedere direttamente alla mostra nell’ora prescelta, con un’aggiunta di soli 1,50 € sul costo complessivo del biglietto (13 €).
Io vi consiglio di non perdervela e di prenotare fin da ora un biglietto (la mostra finisce tra poco più di un mese, il 22 Febbraio). Tra l’altro il Chiostro è in pieno centro, a due passi da Piazza Navona, ed è sempre piacevole, nei week end di bel tempo, una lunga passeggiata per le strade del centro storico di Roma.
Inoltre, dal 17 Gennaio 2015 al 15 Febbraio 2015, nelle sale del piano sotterraneo è possibile visitare (gratuitamente) l’esposizione dedicata a Simone Domeniconi, La vita come una scacchiera.