carruggi genovesi

I Carruggi Genovesi ed il cuore della città antica

Camminare tra i carruggi genovesi, tra salite e discese e scalinate, perdersi tra questi caratteristici vicoletti e poi ritrovarsi in una piazza, grande o piccola che sia, osservare case antiche e palazzi nobiliari, piccole chiese la cui facciata sembra quasi sommersa dal buio di strade strettissime ed i cui campanili sovrastano i palazzi limitrofi. Ecco cosa abbiamo fatto a Genova. Ci siamo innamorati della città vecchia, quella tanto cantata dal mio amato Fabrizio De Andrè, quella dove il sole non fa arrivare i suoi raggi…ma che ha un fascino antico e nuovo insieme, che è quasi indescrivibile a parole e forse, ancora meno ad immagini. E’ una sensazione che va vissuta, va assaporata e poi, tra un passo e l’altro, va fatta entrare nel cuore.

I Carruggi sono speciali, sono l’anima della città antica ed il cuore di ogni genovese. Ma veniamo alla loro origine e a questo nome tanto strano.

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Il nome: carruggi, carrugi, caruggi o carugi?

Io ancora non lo ho capito. Il dizionario del computer segna come corretto il termine “carruggio”, l’enciclopedia trecani online da come esatti sia caruggio che carrugio ma, dai vari gruppi fb di cui faccio parte mi sembra di capire che va scritto Caroggio e pronunciata Caruggiu, perché in ligure la O si pronuncia U.

La storia dei Carruggi Genovesi

I Carruggi sono strade di origine medievale, quando le strade erano controllate dalle ricche famiglie dei mercanti e spesso nel carruggio principale, chiamato “Carruggio Dritto“, si affacciava un palazzo nobiliare, del signorotto della zona, con un portico che, seppure di uso pubblico, spesso veniva illegittimamemnte privatizzato e trasformato in magazzino o in bottega.

La maggiorparte dei carruggi attuali partono da Sottoripa e si snodano nel centro storico della città, portando il nome degli antichi mestieri che vi si svolgevano, come via Orefici, vicolo indoratori, salita Pollaiuli, via dei Banchi, vicolo del filo ed il famoso vicolo dell’Amor Perfetto, legato alla presenza di molte case di tolleranza, precedenti alla Legge Merlin.

I Carruggi imperdibili

Oggi i Carruggi Genovesi sono uno dei luoghi più interessanti e frequentati di Genova, immergersi tra queste viuzze strette è sicuramente tra le cose da non perdere in città. In molti angoli o piazze troverete edicole votive interessanti, o iscrizioni legate ai personaggi storici del passato, più o meno remoto (molto interessante anche la targa dedicata a Fabrizio De Andrè, vicino alla sua cantata Via del Campo). Alla fine di alcuni carruggi si trovano ancora i palazzi nobiliari già citati, molti dei quali fanno parte dei Palazzi dei Rolli, patrimonio tutelato dall’Unesco, quale unicità mondiale.

I Carruggi sono stati per decenni un luogo considerato malfamato o comunque di degrado, sopratutto quelli più interni e meno di passaggio e quindi poco frequentati dai turisti, anche se negli ultimi anni c’è stata un opera di pulizia e rivalorizzazione della zona, con il risanamento di alcuni edifici che, ad esempio, erano in pessime condizioni strutturali.

Assolutamente da non perdere, per via delle caratteristiche peculiari e per la grande bellezza degli scroci che offrono sono: via di Prè, via del Campo, piazzetta San Carlo, vico di San Cristofaro, piazza delle Erbe, via di San Donato, Piazza Ferretto, vico di San Biagio, via di Soziglia, via degli Orefici, via Banchi, vico dei Garibaldi, via Luccoli, vico Denegri…

Carruggi e Creuze

Mentre i Carruggi sono in maniera semplificata i vicoli, le creuze, spesso tradotto con mulattiere, sono le scalinate o i vicoletti in salita/discesa che congiungono altri due vicoli, andando dalle alture collinari verso il mare, la Creuza de mâ, ovvero una crêuza di mare, così come è stata cantata da Fabrizio De André, dedicata ad uno dei principali caruggi di Genova, via del Campo, che congiunge piazza Fossatello alla via e al quartiere di Pré.

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Come visitare i Carruggi Genovesi

Il modo migliore per visitare i carruggi è fissare alcuni punti imperdibili e poi lasciarsi trasportare dai propri passi, girare e rigirare seguendo l’istinto del momento; perdersi nei vicoli e scoprire piazzette a caso, con la certezza che resterete estasiati da questa bellezza antica ed un po’ trasandata che racconta il vero cuore di Genova.

 

Ogni tanto, alzate lo sguardo, osservate i colori dei palazzi ed il cielo che sembra incorniciato dai loro tetti.

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De Andrè e la sua Genova

De Andrè ha dedicato album interi alla sua Genova. Io vi lascio solo 3 righe, che riassumono benissimo la città e la conoscenza profonda che ne aveva il cantante…

“Nei quartieri dove il sole del buon Dio non da i suoi raggi…”
“Via del Campo c’è una bambina con le labbra color rugiada gli occhi grigi come la strada…”
“Bacan d’a corda marsa d’aegua e de sä che a ne liga e a ne porta ‘nte ‘na creuza de mä…”

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2 commenti

  1. Ciao Lucia! Complimenti per l’articolo! Siamo stati a Genova parecchi anni fà e con questo racconto ci hai portato là! I Caruggi sono bellissimi!

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