Indomita e inquieta, la Francia sud-orientale della bouches-du- rhone ha la saggezza della memoria e delle pietre antiche, come pure la selvaggia intensità dei tori e dei cavalli al galoppo. All’arrivo della bella stagione si fa evento con colori forti e luci vivide in questa distesa pianeggiante, tra i due bracci del fiume rodano, che parte dalle vestigia romane dell’entroterra e si spinge al mare per diventare sponda di dune calde e vellutate.
Arles, l’assolata, l’allegra, l’accogliente: si parte alla scoperta della Camargue con la sua maggiore città.
Ancora meglio se si inizia con una buona colazione al Café la Nuit, al numero 11 di piace du Forum, per immergersi nell’atmosfera del celebre quadro di Van Gogh che nel 1888 dipinse proprio questo locale.
Durante il periodo delle tètes, da fine primavera ai primi giorni d’autunno, nell’Arena si può assistere a una course camarguaise, corrida incruenta della tradizione locale. Dopo aver visitato il resto della città, si può cominciare l’itinerario che adesso vi spiego.
Una breve deviazione sulla Route de Fonfvieille (che assomiglia molto alla pista ciclabile san candido lienz) porta all’antica Abbaye de Montmajour, cinque chilometri a nord-ovest da Arles. È uno splendido monumento, cui Van Gogh dedicò numerosi disegni.
L’abbazia fu eretta in pieno Medioevo, tra il X e il XIII, secolo su una rupe cheformava una vera e propria isola in mezzo alle paludi.
Da qui si raggiunge Nimes e poi Fontvieille e il Moulin Saint-Pierre che ispirò allo scrittore Alphonse Daudet le sue Lettres de Mon Moulin.
Tornando sui propri passi verso Arles e proseguendo a ovest, si raggiunge Saint-Gilles. Il luogo prende il nome dall’abate Egidio: sulla sua tomba fu costruito un santuario, che nel XII secolo diventò una prospera abbazia, frequentata meta di pellegrinaggio sulla via per Santiago de Compostela. La facciata è tuttora tra le più belle opere romaniche della Francia meridionale.
Altro posto da prendere in considerazione è la Maison Romaine, una casa-museo dell’XI secolo dove si dice sia nato papa Clemente IV.
Il giro continua verso sud-ovest, addentrandosi nella Camargue Gardoise, zona di paludi, canneti, vigneti e risaie. Qui si può vedere lo spettacolo di una mandria di tori in libertà oppure un gruppo di gardians a cavallo negli acquitrini sconfinati.
E poi angoli spettacolari come Pont des Tourradons dal quale si assapora la quiete di una Camargue da cartolina. Si arriva così alle possenti fortificazioni e all’atmosfera medievale di Aigues Mortes e più avanti, sulla costa, ai misteri sacri e alle chiassose feste gitane di Saintes-Maries- de-Ia- Mer.
Proseguendo lungo la costa in direzione sud-est, lo sguardo è accecato dai bagliori delle bianche colline di sale di Salin-de- Giraud.
Osservare il tramonto dal punto panoramico, ben segnalato lungo la strada, è un’esperienza mozzafiato.
La natura più incontaminata si trova nel Domaine de la Palissade, all’estremo sud del tour. Con escursioni guidate, a piedi o a cavallo, ci si può addentrare nella tenuta di 11mila ettari lungo tre sentieri, alla scoperta della flora e fauna locale. Poco distante si trova Port-Saint- Louis-du- Hhòne, sorto intorno al 39; omonima torre del XVIII secolo e fin da allora fulcro dei trasporti fluviali grazie all’ingegnoso sistema di chiuse.
(Testo e foto di Inguaribile Viaggiatore)