Festa Maggiore Terlizzi

La Festa Maggiore di Terlizzi: fede, folklore ed emozione

Raccontarvi la Festa Maggiore di Terlizzi non è una impresa semplice, non tanto per le molte fasi in cui si articola e che spero di spiegare nel migliore dei modi, quanto per l’emozione di assistere e di esser partecipe di un evento così fortemente sentito dal territorio e tanto particolare da essere quasi unico al mondo.

Quando Corrado me ne parlava io non capivo. Vengo anche io dal Sud e anche in Calabria le feste popolari di matrice religiosa sono considerate quasi sacre, tanto da far tornare nella propria terra chi, per studio o per lavoro, se ne è allontanato, indipendentemente dalla spinta religiosa stessa.

È il senso di appartenenza ad un popolo, che spinge a coltivare anche da lontano le tradizioni che si innestano nelle sue radici più profonde.

Quindi, tornando alla Festa Maggiore di Terlizzi, quando Corrado me ne parlava, rispondevo quasi seccata che ne avevo viste tante di feste così. Per fortuna Corrado è più testardo di quanto lui stesso riesca ad ammettere (non è vero –nota di Corrado). E, complice il matrimonio della cugina a poca distanza dalla data in cui si tiene la Festa Maggiore (primo fine settimana di agosto), ha fatto in modo che, nell’organizzare le nostre ferie estive, ci trovassimo a Terlizzi durante tutto lo svolgimento della festa, o quasi (come spiegherò in seguito le fasi sono molte e non tutte così ravvicinate nei giorni).

E quindi, mi sono ritrovata, quasi inconsapevolmente, a partecipare, come la gente del posto, ad una delle tradizioni più importanti.
Che me ne sono innamorata già lo sapete, così come sapete che non posso proprio spiegarvi né a parole né con immagini o video quello di cui si tratta. La Festa Maggiore è qualcosa di talmente unico che è necessario partecipare ed assistere al passaggio del Carro Trionfale per capire davvero di cosa si tratta.

Ed è una tradizione così diversa dalle altre che meriterebbe, come spesso dice anche Corrado, di entrare a far parte dei Patrimoni Immateriali dell’Umanità, tutelati dall’Unesco, così come ad oggi avviene per la Macchina di Santa Rosa di Viterbo o la Varia di Palmi o la Festa dei Candelieri di Sassari.
Ecco, forse chi ha visto una di queste altre processioni religiose può intuire di cosa sto parlando.

Provo a descrivervi la particolarità prima di dettagliarvi le varie fasi in cui si svolge la festa.

Un enorme carro ligneo su quattro ruote, smontato e rimontato ogni anno, percorre le vie strette del paese, spinto esclusivamente da persone che si collocano nella pancia cava del carro, seguendo la direzione data dai timonieri. Sono loro la vera particolarità della festa: i timonieri, con movimenti strani e quasi saltellanti indirizzano il carro nella giusta direzione, procedendo lungo strade strettissime, in cui il carro quasi sfiora i balconi (e, se i timonieri sbagliano anche solo di pochi millimetri, li prendono in pieno!) e affrontando, tra i vicoli e le piazze, curve impressionanti. Ad ogni curva una nuova emozione, un coro di incitamento ed un urlo finale di buona riuscita. Ogni abitante di Terlizzi ha la sua curva preferita, quella che ritiene più difficile o con una vista più coinvolgente.

Festa Maggiore Terlizzi Festa Maggiore Terlizzi

A rendere il tutto ancora più difficile, il carro non porta solo l’effigie della Madonna di Sovereto, il tradizionale pastore con la pecora e l’Arcangelo Michele, ma anche ben 100 bambini che, accomodati su una gradinata posta sotto la statua della Madonna, trascorrono l’intero percorso gridando “forza timonieri! – forza timonieri!”.

E’ tutta una grande festa, che unisce la vocazione religiosa ad un sentimento di gioia puramente laico e a quell’istinto territoriale di cui già vi ho parlato.

Festa Maggiore: la leggenda

La leggenda narra che, intorno all’anno mille, un pastore ritrovò nel bosco del Sovero, in una grotta visibile ancora oggi sotto la chiesa, l’icona della Madonna. Poiché l’agro era in terra terlizzese, ma il gregge stava facendo ritorno a Bitonto, i due borghi iniziarono a contendersi la paternità del ritrovamento. Per decidere a chi appartenesse l’icona, i due borghi scelsero due buoi, uno per paese, e li attaccarono ai due lati di un carro su cui fu posto il quadro della Vergine. I due buoi si contesero il primato per un po’, fino a quando il bue terlizzese, incornandolo in un occhio, ebbe la meglio sul bue bitontino ed il carro fu trainato in direzione Terlizzi. A ricordo di questa leggenda, il carro attuale riproduce alla base i due buoi ed uno di essi ha un occhio insanguinato.

Festa Maggiore Terlizzi

Festa Maggiore: la storia del carro

Il carro trionfale è una costruzione in legno alta 22 metri che viene spinta da circa 60 uomini (che si dispongono sotto la costruzione stessa) e direzionata da 4 timonieri più un capo timoniere.

Inizialmente la Madonna veniva portata in processione da Sovereto a Terlizzi su di un semplice carro pastorizio, proprio come narrato dalla leggenda; intorno alla metà del 1700 si iniziarono a costruire dei carri di maggiore pregio, ogni anno uno differente, fino ad arrivare al progetto definitivo nel 1868, dovuto a Michele de Napoli, importante pittore e sindaco terlizzese.

Il carro assunse quindi l’aspetto odierno: un campanile barocco che sormonta una grande base con ruote e meccanismi per il traino della macchina. Alla base delle torre è presente una scalinata che, durante la festa, ospita il pastorello e la pecora che da Sovereto precedono in processione il quadro della Madonna fino alla Concattedrale e poi, in una fase successiva, fino al carro, e gli “angeli”, ossia i bambini che accompagnano la Madonna in processione e spronano i timonieri nel loro difficile compito.

Festa Maggiore Terlizzi
La gradinata si conclude in alto con un vero e proprio trono su cui viene posta l’edicola che contiene l’effigie della Madonna.
Il tutto è abbellito da volute, angeli reggicandele, una croce raggiata e molti altri piccoli ornamenti ed è riccamente decorato e completamente dipinto.

Il Carro trionfale viene smontato e ricostruito ogni anno; l’attuale carro è una copia di quello andato distrutto in un incendio doloso nell’estate del 1991.

Festa Maggiore: le fasi della manifestazione attuale

Durante il mese di luglio il carro viene montato all’aperto al cosiddetto Lamione, vicino alla vecchia chiesa di Maria SS. della Stella, e resta in esposizione fino all’inizio della festa, nella prima settimana di agosto.

Il primo momento essenziale della festa ha luogo il giovedì sera e consiste nello spostamento del Carro Trionfale dal Lamione per un breve tratto, fino a collocarlo all’inizio di quella che tutti chiamano “la Villa”, nella posizione giusta per la partenza della domenica sera.

Il secondo passaggio importante della Festa Maggiore si svolge il sabato pomeriggio, con la Santa Messa nel Santuario di Sovereto, al termine della quale la Sacra Icona di Maria SS. di Sovereto parte alla volta di Terlizzi  percorrendo i circa tre chilometri che dividono la frazione dal paese sul tradizionale carro trainato da buoi.

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Il giorno clou di questa festa è sicuramente la domenica, in genere la prima di agosto. Al mattino il vescovo presiede la messa solenne pontificale in Concattedrale, con la partecipazione dei fedeli, dell’amministrazione comunale, del clero e del comitato festa patronale.

Nel pomeriggio, intorno alle 18.00, l’effigie della Madonna e la statua di San Michele Arcangelo vengono collocate sul Carro, sul quale poi si posizionano i bambini con gli accompagnatori.

E finalmente, alle 20.30 circa, la festa raggiunge il suo apice con la partenza del Carro, che sfila poi per 3 ore attraversando tutto il centro del paese, con curve mozzafiato e manovre complesse in cui questa enorme macchina, spinta e manovrata esclusivamente dalla forza umana, entra in strade strette, sfiora balconi e luminarie, fende la folla di migliaia di persone che si accalcano lungo tutto il percorso. Non è facile spiegare a parole che cosa significhi vedere la precisione e al tempo stesso la potenza incredibile dei movimenti del Carro, una struttura davanti alla quale ci si sente davvero piccoli.

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Dopo circa 3 ore il Carro si ferma definitivamente davanti alla Concattedrale e il quadro raffigurante la Madonna di Sovereto viene nuovamente collocato al suo posto nella chiesa principale di Terlizzi, mentre intorno esplodono fuochi pirotecnici.

Come tutte le feste patronali che si rispettino, anche quella di Terlizzi ha per contorno i camioncini che vendono bibite fresche e panini, le bancarelle e il luna park. Quest’ultimo in genere resta per i tre giorni principali della festa, dal sabato al lunedì.

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I festeggiamenti poi hanno un momento più “profano” con l’appuntamento musicale che generalmente si svolge il lunedì sera, quando si esibisce nella piazza principale del paese, sotto la Torre dell’Orologio, un cantante o un gruppo di calibro nazionale. Lo scorso anno l’ospite era Alex Britti, ma noi siamo ripartiti il lunedì e per noi purtroppo la festa si è conclusa lì, con la certezza di voler tornare appena possibile.

Dopo due settimane il Carro torna lì dove era stato assemblato, al Lamione, per essere smontato.

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L’immagine della Madonna invece resta nella Concattedrale fino al 23 aprile, un’altra data fondamentale per i festeggiamenti della Vergine di Sovereto. Infatti ogni anno in quella data il quadro viene portato in processione nuovamente nella sua chiesa nella piccola frazione di Sovereto, ma senza Carro Trionfale.

Per altre informazioni vi invito a visitare il sito www.festamaggiore.eu.

Clicca sul link per vedere tutte le foto dell’edizione 2016 della Festa Maggiore di Terlizzi e per guardare tutti i video!

 

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11 commenti

  1. Una tradizione sentita, importante. Hai ragione, sarebbe bene candidarla all’Unesco!

  2. credo meriti di essere vissuta almeno una volta nella vita =)

  3. a me queste feste popolari rilassano tantissimo, magari l’anno prossimo ci faccioun salto.
    Buona serata, cara

  4. Ciao Lucia, leggo con interesse questi tuoi post su Terlizzi, luogo da cui viene parte della mia famiglia. Mia nonna, classe 1917, mi raccontava sempre con entusiasmo e nostalgia di quando, da bambina, era stata sul carro. Quando ci ripensava, le si accendeva una luce negli occhi che ancora fatico a dimenticare. Viveva a Milano dagli anni della guerra, ma ha sempre portato nel cuore la sua terra. Manca ormai da quasi 20 anni, ma sento ancora la sua voce raccontarmi di quella festa.

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